17° INCONTRO DEL 06-02-2017

 

In che rapporto sta la persona con la natura? E in che rapporto sta il dogmatismo con la vita?

Oggi si può addirittura immettere lo sperma umano nell'ovocita di una mucca...

Nello sperma c'è l'origine della vita, ma noi lo mettiamo sempre in relazione con l'aspetto di peccaminosità perché il manicheismo ha rovinato l'umanità in quanto ha messo in risalto che tutto ciò che è inerente alla materia è contrapposto allo spirito. Invece, la materia e lo spirito sono congiunti armonicamente. Non c'è materia che non tenda allo spirito e non c'è spirito che non si affacci alla finestra della materia.

L'immissione dello sperma umano nell'ovocita di una mucca modifica la specie, e gli incroci interspecifici ci aprono spiragli completamente nuovi rispetto alla natura. E' naturale o non è naturale?

Bisogna piano piano entrare nell'ordine di idee che esistono malattie genetiche che possono essere evitate con un intervento preventivo. Esiste, per esempio la sindrome di Huntington, una malattia genetica che si può prevenire (colpisce la coordinazione muscolare e provoca anche problemi psichiatrici)..

Ha fatto scalpore la notizia che una diva del cinema (Angelina Jolie) fortemente incline ad ammalarsi di tumore al seno, si è fatta operare preventivamente. Infatti, le persone predisposte ad un certo tipo di cancro, con un'operazione preventiva possono avere non la sopravvivenza, ma la preesistenza, cioè prevenire il danno che potrebbe capitare.

Ma a noi  interessa entrare nella dimensione della modificazione della realtà umana, perché il cambiamento è già possibile.

Esiste in Inghilterra "The human fertilization and embryology authority" a cui ci si può riferire per richiedere di apportare modifiche sui geni per evitare le malattie. Questo ente, cioè, presiede al cambiamento di rotta e alla possibilità di modificare i quadri etici sulla base della democratizzazione dell'etica. Quindi, un'etica che non abbia più riferimenti rigidi e statici rispetto ad una natura che può essere modificata.

Se noi vogliamo conservare una mentalità ferma e statica, rispetto ad una natura che può essere modificata, nel giro di poco tempo ci ritroviamo con una realtà che moralmente non è riferibile all'umanità che cambia rapidamente.

Che c'entra questo con noi? C'entra perché come su questo campo così sugli altri campi, dobbiamo avere un'elasticità tale da cogliere l'aspetto evangelico di Gesù che interviene sulla realtà naturale dei singoli producendovi un cambiamento.

Quando, per esempio, interviene nella vita dei ciechi o dei lebbrosi, Gesù modifica il corso della malattia. Ora, se Lui ha fatto questo ed ha detto: "Voi farete cose più grandi di quelle che ho fatto io", non può intendersi come: "Voi uomini, attraverso la ricerca scientifica potrete intervenire sulla realtà sofferente ed imporvi un corso diverso addirittura preventivamente"?

Adesso cerchiamo di parlare in modo circolare perché gli incontri sono tali in quanto il pensiero di tutti noi deve confluire nell'arricchimento reciproco altrimenti finiscono per essere lezioni, ma le lezioni non servono perché possono essere lette dai libri. Io, ogni tanto, vi do qualche provocazione e la provocazione è una chiamata alla costruzione di un'umanità nuova.

Gesù non ha scritto alcun libro di teologia, ma è stato uno che ha operato. Nel libro "La laicità del Vangelo" risalta molto bene come Gesù non sia stato un teorico in senso astrattivo perché il teorico (orao teu) è quello che vede con occhio divino. Quindi, la teoria è una cosa altamente pratica. Non c'è cosa più pratica che una buona teoria.

Gesù, dunque, interviene con un'ottima teoria sulla realtà concreta e con la realtà si misura e ne modifica il corso in tutti i settori. Gesù non ha lasciato nulla tale e quale, il che significa che ha avuto un modo di pensare talmente elastico e nuovo che non ha mai fatto... conferenze, ma ha espresso il Suo pensiero nelle circostanze in cui si veniva a trovare.

Dunque, Gesù interviene nella storia ed opera un correttivo sull'agire degli uomini.

Se nel Genesi leggiamo: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza" e, quindi, Dio fa l'uomo simile a Lui mentre crea, rende l'uomo creatore o non? E se l'uomo è creatore ed è orientato a costruire una convivenza che sia più consona al raggiungimento della felicità che è l'unico bene non negoziabile che ogni persona si prefigge di raggiungere, allora può far riferimento alla tecnologia avanzata per eliminare dall'esperienza umana ciò che fa soffrire. Il che significa che ci dobbiamo liberare dal concetto che Dio vuole che l'uomo si sacrifichi.

Nella Messa e in tutta la liturgia si dà un largo spazio alla sofferenza, al sacrificio, al peccato, al malessere... Invece, Gesù interviene per correggere in bene.

La vedova di Nain che piangeva il figlio morto, si ritrova il figlio risorto. Il cieco andò alla piscina di Siloe, si lavò e ci vide. I lebbrosi che non soffrivano solo per la malattia, ma anche per l'emarginazione sociale per cui vivevano fuori dalle città e sopravvivevano solo se qualcuno portava del cibo e lo deponeva a terra fuori dalle porte della città, furono guariti... Cioè, Gesù non dice che la sofferenza fa bene, ma interviene per eliminarla!

Allora bisogna cancellare la mentalità che tutto ciò che si riferisce a Gesù Cristo deve essere sacrificio perché Lui è morto in croce. Gesù non è andato in croce per restarvi, ma per risorgere. Però l'aspetto della resurrezione non viene evidenziato mentre viene esaltato quello della croce e quello della sofferenza. Così ci siamo fermati a questi aspetti e non abbiamo più pensato alla resurrezione.

Allora, Gesù interviene nella famiglia umana per darle un modo di vivere che sia più consono all'avvicinamento alla felicità.

Un secolo fa, la mentalità era caratterizzata prevalentemente dalla religiosità. In un secolo l'indice di quelli che non fanno più riferimento alla mentalità religiosa è passato dallo 0,2 a 11, il che significa che facendo una proiezione statistica, gli uomini che pensano al di fuori di una mentalità religiosa aumenteranno sempre di più.

Il Vangelo recupera quest'aspetto di irreligiosità oppure si accompagna ad una religiosità che progressivamente viene eliminata? Se noi associamo il Vangelo, cioè Gesù ad una dimensione strettamente religiosa, nel giro di 2 o 3 secoli la mentalità religiosa scomparirà. Ma la mentalità di Gesù resterà perché Lui è stato capace di recuperare l'aspetto etico evolutivo. Gesù si è messo subito in corsa, ha fatto cogliere agli uomini che potevano progredire ed ha affidato loro questa continuità: "Voi farete cose più grandi di quelle che ho fatto io"... Quali? Se il cammino dell'umanità sta divaricando dalla religiosità, possiamo dire che questo è un processo evolutivo anticipato da Gesù perché Lui con la religiosità poco ha voluto avere a che fare. Gesù ha già mostrato anticipatamente che l'uomo nuovo, l'uomo del futuro non è l'uomo religioso, ma è l'uomo che interviene nella storia dell'umanità per dare a questa un percorso che sia più consono al raggiungimento della felicità.

Il cristianesimo non è Cristo, ma è l'interpretazione che di Cristo è stata data nella storia e, in quanto tale, non può non essere assoggettato al processo evolutivo. Se l'esperienza del cristianesimo si avvicina alla chiesa nella sua dimensione essenziale di corpo mistico vivente che coincide con l'umanità, allora questa è una vittoria di Cristo, una vittoria descritta nell'Apocalisse, quando i 144.000 segnati (l'umanità) possono gridare "Osanna!" davanti all'Agnello.

Quest'avvicinamento a Cristo è molto difficile. A Roma si sta avversando Papa Francesco il quale  cerca proprio di fare un avvicinamento del cristianesimo a Cristo. Invece, questo viene interpretato come una mancanza di fede e così ciò che dovrebbe essere condannato viene esaltato e quello che dovrebbe essere esaltato viene condannato.

Ritornando al discorso della ricerca, può darsi che trovato il rimedio per una malattia, se ne può causare un'altra, ma non è detto. Se si dovesse verificare si interverrà successivamente su quell'altra, ma stando fermi non si progredisce. E' anche vero che a volte è più grande il danno che si fa (anche all'ambiente come succede oggi) che il beneficio che si ottiene. Si deve fare un lavoro prima nella mentalità per ottenere un bilancio che sia a costo infimo e a beneficio massimo.

Il cristiano è lievito nella massa. Quando riesce ad incidere sulla politica globale, allora si può anche ottenere qualcosa di diverso, ma se non ci poniamo neanche il problema, in un prossimo domani saremo veramente rovinati.

Dobbiamo tener presente queste difficoltà, ma quanto detto prima è sempre valido perché un fatto è tenere presente le difficoltà, un altro fatto è non porsi proprio il problema.

La società oggi è diventata implosiva. L'uomo finisce per diventare autolesivo a mano a mano che diventa aggressivo. L'aggressività è molto legata alla frustrazione che ha origine dall'impossibilità di vivere in certi modelli che non sono propriamente umani.

Se da un'aula di m 4x4, senza finestre, ma solo con un aeratore, i ragazzi schizzano fuori appena suona la campanella, non possono essere definiti "maleducati" perché non è possibile mettere dei bambini in un serraglio. D'altra parte, una persona che vive in un basso che ha come prospettiva solo il muro di fronte, è frustrata. Chi invece, vive in una zona panoramica dove lo sguardo può spaziare da tutte le parti, è molto più libero e, quindi, meno aggressivo. Noi, comunque, spesso teniamo chiuso il salotto per non sciuparlo e non entriamo in un'altra camera perché c'è uno spiffero e così diventiamo prigionieri di noi stessi. Considerate anche come si diventa aggressivi quando si sta in macchina nel traffico... 

Il miglioramento della salute fisica si accompagna a quella psichica e sociale. L'aspetto di benessere non è unilaterale, ma totale. Non va esaltato l'aspetto esclusivamente scientifico a danno degli altri, ma tutti gli aspetti devono accompagnarsi.

Indubbiamente l'inserimento nella comunità è fondamentale per la persona, però quando questa ha un corpo che presenta grosse difficoltà, è problematico anche l'inserimento. Quindi, la persona deve avere pure lo strumento per migliorare perché Dio non ha creato il corpo dell'uomo per creargli delle difficoltà. Il corpo meglio sta, meglio è. Mens sana in corpore sano...

Ora, siccome geneticamente l'uomo può intervenire in modo tale da eliminare una sofferenza e potenziare alcune facoltà, perché questo deve essere problematico? La problematicità è legata al fatto che un intervento sulla genetica può apportare una modificazione da cui non si può più tornare indietro e questo è un grosso pericolo.

In che rapporto sta quest'evoluzione con la libertà dell'uomo? Ci devono essere delle regole che impediscano le deviazioni? E come impedirle? Le ricerche contemporanee che intervengono sulla genetica funzionano ad interruttore, cioè se l'evoluzione si profila pericolosa e rischiosa, allora si deve intervenire per interromperla onde evitare che una volta avviato il processo, questo potrebbe portare ad una distruzione del genere umano.

E' pericoloso. Per questo, il discorso sulla relazione tra processo evolutivo e democratizzazione è attualissimo. Chi determina il come? Siccome non esiste la possibilità di far riferimento ad una normativa su ciò che è avveniristico perché in quanto tale non ne ha, come si procede?

Come ho detto all'inizio, esiste in Inghilterra fin dal 1990 "The human fertilization and embryology authority" alla quale un singolo che abbia un colpo di genio e voglia procedere ad una ricerca, si può rivolgere per vagliare democraticamente l'opportunità di intervenire in un certo modo sulla genetica e si fa rilasciare l'autorizzazione. Quindi, si lavora in équipe per poter procedere. Ma quest'ente non può decidere di dare o non dare il nulla osta sulla base di schemi preconcetti che impediscono di andare oltre.

Questo è un discorso molto complesso che richiede, da parte di tutti noi, una riflessione: "Io sono un elemento frenante o trainante? Quando compare una novità nella storia, io l'accolgo o la respingo in modo preconcetto?". Se assumo quest'ultima posizione, io sto nella mentalità religiosa che tenderà a sparire.

E' importante l'amore per il prossimo nel condurre una ricerca? Chi opera il bene, indipendentemente dal nostro giudizio, fa il bene. Non possiamo vedere l'intenzionalità di una persona.

Nel Vangelo, Gesù racconta che un padre chiede ai suoi due figli di andare a lavorare nella vigna. Il primo dice di sì, ma non ci va, l'altro dice di no, ma poi ci va. Allora Gesù chiede chi dei due ha fatto la volontà del padre. Ovviamente è il secondo.

Così, chiunque interviene in una situazione concreta ed opera un beneficio, quel beneficio comunque resta fatto. E' difficile che una persona faccia del bene con l'intenzione di fare il male.

Quando Giovanni dice a Gesù di aver visto uno che scacciava i demoni nel suo nome e lui e gli altri discepoli glielo volevano impedire, Gesù gli risponde: "Non glielo impedite, perché non c’è nessuno che faccia un miracolo nel mio nome e subito possa parlare male di me: chi non è contro di noi è per noi".

I piccoli fratelli di Charles de Foucauld non nominano mai Gesù, ma fanno solo il bene in modo tale che chi vive intorno a loro faccia altrettanto per imitazione.

Fare il bene nel flusso della storia umana comunque migliora la situazione degli uomini. Un medico che fa bene il suo lavoro, salva le vite indipendentemente dal nostro voler esaminare se lo fa o non per amore perché per il fatto che lo fa, è intrinsecamente amore.

In parole semplici: quando uno scienziato riesce a trovare una cosa che migliori le condizioni dell'uomo, ha operato un miracolo. Può darsi che non ci creda, ma ha fatto un miracolo.

Il discorso è molto complesso. Il fatto stesso di poterne parlare è un miracolo. La cosa bella è che noi abbiamo l'opportunità di metterci in atteggiamento di ascolto per vedere se la storia di oggi che ci interpella, può darci l'opportunità di manifestare la nostra risposta che si avvicina a Cristo superando le barriere del cristianesimo che, in qualche modo, si è incartapecorito e sclerotizzato in certe formule più o meno magiche.

La cosa che ci interessa è chiederci: "Che apporto posso dare io perché non solamente il singolo, ma anche la comunità possa crescere ed utilizzare la tecnologia avanzata per ottenere miglioramenti che possano essere altamente migliorativi anche delle facoltà di memoria, di intelligenza e di prestazione muscolare?

A New York, poco tempo fa, è stato vietato l'uso dell'iPad durante la maratona perché accusato di migliorare la resa dell'andamento. Tra qualche decennio si riderà di questo perché si può già intervenire  sull'ossido di cilicio della molecola e correggerlo in modo da avere delle persone altamente potenziate.

Questo già si fa in Cina dove non hanno alcun riferimento etico, ma avanzano solo sul piano della scienza senza porsi tanti problemi. Per questo stanno vincendo tanti primati.

Tra qualche decennio, laddove si è intervenuti tempestivamente sulla genetica, avremo delle persone potenziate.

Il cristiano, quello che sta vicino a Gesù Cristo, cercherà di animare questi aspetti e non si metterà nell'opposizione tipica dei religiosi in genere che è quella di porsi precomprensivamente in atteggiamento negativo.

Ho voluto mettere in evidenza questo aspetto perché l'operato della  "Human fertilization and embryology authority" non deve essere da noi visto come una carognata contro l'umanità.

L'eticità deve essere coniugata con la naturalità, ma Bertrand Russell parlava di naturalità anche come artificio. L'opera dell'uomo fa parte della natura: è naturale che l'uomo sia intelligente ed anche che si faccia gli occhiali, si tagli i capelli, ecc.,  quindi, anche l'artificio.

Quando più ci si avvicina alla natura, tanto più ci si deve discostare dal dogmatismo che è immobilismo e l'immobilismo porta alla morte. La religiosità va contro l'umanità. Allora, a mano a mano che l'umanità si evolve, si discosta sempre più dalla religiosità.

Il nostro cervello ha una capacità elaborativa straordinaria. Quando si studia una cosa la sera, la mattina la si ricorda senza fatica perché durante la notte, il cervello lavora, assimila e metabolizza.

Bisogna fare un lavoro di distanziamento dal dogmatismo che è la rovina dell'umanità perché è contro il progresso, contro ogni evoluzione storica. Per questo, tutti i grandi pensatori hanno avuto tante difficoltà perché il dogmatismo impedisce di pensare.

Ma perché tutto ciò che è movimento viene ostacolato? Le "chiese", anche quelle laiche (la scuola, per esempio) come si relazionano al cambiamento?

Si svolge tutto molto naturalmente. Saint-Simon che anticipa la sociologia di Auguste Comte, parlava di schemi rigidi che di tanto in tanto vengono rotti dal processo evolutivo. Quindi, certe cose vengono inevitabilmente abbattute.

Anche il Concilio Vaticano II ha abbattuto una serie di stereotipie. Non era concepibile, prima di allora, un Concilio in quella forma.

Papa Francesco negli ultimi tempi ha detto: "Chi sono io per giudicare?". Ma noi ci siamo trovati per un lungo tempo dinanzi ad un Papa considerato infallibile. Se poi si va ad approfondire, si scopre che lo è solo quando parla "ex cathedra", cosa che è avvenuta unicamente quando è stato proclamato il dogma dell'Assunta in cielo che già era nella tradizione della chiesa, cioè non si è detto niente di nuovo.

Invece, nella mentalità comune, si pensa che il Papa sia infallibile in tutto ciò che dice e in tutte le risposte che dà.

Del resto, l'infallibilità del Papa è stata dichiarata durante il Concilio Vaticano I che non è mai stato chiuso ed è sorta in un periodo particolare in cui il Papa doveva cercare di recuperare il potere temporale sottrattogli con l'unità d'Italia.

La domanda è: "Che capacità abbiamo noi di sottrarci a tutti i tipi di dogmatismo (anche la scuola, i partiti, i sindacati, ecc.)?".

Anche i nostri comportamenti sono prevalentemente contrassegnati dalla rigidità perché dal punto di vista pratico, la ripetizione è un'economia energetica. Se faccio sempre le stesse cose e sempre allo stesso modo, come quando si guida una macchina e si mettono le marce senza neanche pensarci, faccio economia. Però, se non ho una certa vigilanza, finisco col rimanere prigioniero degli schemi che io stesso mi sono fatto.

Recentemente il Papa ha detto: "Chi dice di non voler cambiare perché si è sempre fatto così, è idolatra".

Noi riusciamo a fare qui questi discorsi, ma in un'altra chiesa sarebbe difficile. Per questo abbiamo cambiato il termine di "catechesi" in "incontro" perché la catechesi è indottrinamento, è un imporre un certo modo di pensare.

Qui, invece, ci stiamo chiedendo: "Come possiamo pensare e, quindi, evitare l'indottrinamento?".
Naturalmente il pensare con la propria testa è molto più difficile.