La capacità di introflettere per estroflettere è solamente umana perché la persona, essendo ermeneuta, entra nelle cose, ne coglie l'essenza, la porta dentro di sé ed elaborandola, è in grado di dare una risposta propria, strettamente personale, originale, unica.
Questo comporta, per la persona, una lettura di tutto l'universo che le si squaderna davanti agli occhi, e il dare al tempo stesso, il proprio apporto migliorativo perché l'atto conoscitivo non riguarda solamente l'oggetto o solamente il soggetto, ma è una relazione che richiede sempre un partner.
E' una relazione arricchente perché l'oggetto senza la persona è muto; la persona senza l'oggetto è sorda. Quando si unisce la mutolezza con la sordità non si genera la parola, il concetto. Ma se la persona è capace di penetrare la realtà e ne è ermeneuta, dà voce a chi voce non avrebbe.
L'uomo, allora, si può considerare il verbo di tutto ciò che è presente nell'essere nella sua multiforme apparenza. E' l'uomo il pontefice tra il soggetto muto ed il messaggio che l'oggetto può mandare. L'uomo ne coglie l'aspetto recondito e lo evidenzia, lo slatentizza, lo arricchisce, lo genera, lo partorisce.
L'universo che "geme nelle doglie del parto" è affidato all'uomo che lo fa partorire nella dimensione della produzione evangelica, migliorativa e, quindi, gioiosa e tendente alla felicità. L'uomo coglie, cioè, queste voci flebili e appena accennate nel fiore del prato o nell'immensità dei cieli bui o nelle stelle e vede come dare loro un tono consistente.
Ma l'uomo dimentica questo suo compito di dare voce alle cose e si lascia sopraffare...
Il mondo contemporaneo e futuro si trova avvolto nella morsa delle tecnologie avanzate così come stavamo vedendo la volta scorsa. Ci sono tre aspetti che potremmo prendere in considerazione per dialogare e dare una risposta a questa realtà che si presenta agli occhi nostri e ci interroga. I tre aspetti sono: il diritto, la governance e la bioetica.
Esempio: si può conservare lo sperma per molti anni e poi utilizzarlo per fecondare. Può capitare, così, che si attui la paternità di un uomo defunto.
L'uomo contemporaneo viene così interpellato: "Come si colloca questa nuova realtà? E come tu ti collochi in relazione ad essa? E' figlio o non è figlio?". La risposta può essere: "Sì" o "No".
Occorre una interpretazione personale dell'evento perché il futuro sarà sempre più caratterizzato dalla frequenza di queste situazioni. Quale sarà la nostra risposta evangelica in un mondo che cambia rapidamente?
Altro esempio: i figli illegittimi, ad un certo punto, sono stati equiparati ai figli legittimi. E' avvenuto un fatto di diritto. Quest'applicazione di diritto in genere va a scuotere certi modelli statici che abbiamo e che il più delle volte sono corroborati da una religiosità dogmatica statica per cui riteniamo di essere vicini alla divinità mantenendo la conservazione dello status quo. E così rimaniamo fissi nelle situazioni respingendo tutto ciò che è nuovo.
Le tre tecnologie avanzate che ci servono per districarci nelle realtà che cambiano sotto gli occhi, il diritto, la governance e la bio etica, sono di grande attualità per dirci che cosa avviene in un paese democratico anche per quanto attiene la religiosità. E' un punto chiave che dobbiamo tener presente. Che cosa succederà nel giro di 30- 40 anni?
Quando Don Gnocchi nel 1956 donò le cornee per due trapianti, la cosa suscitò un enorme scalpore nel campo della bioetica. Oggi i trapianti sono di ordinaria amministrazione... Come mai? Succede che il comportamento mentale delle persone cambia sulla base del cambiamento sociale. Quando questo avviene, le persone si adeguano ad esso.
Una mentalità rigida si oppone ad ogni cambiamento. L'interferenza democratica entra in dialogo con il diritto non più statico, ma con il diritto come contratto elastico alla pari per cui non si fa più ricorso all'aspetto scientifico astratto perché la dimensione scientifica oggi è profondamente fluida e il concetto dell'umanità non è più quello di 30-40 anni fa. Non si definisce più l'umano in un certo modo.
Ulteriore esempio: l'eutanasia è possibile o no? Adesso è un interrogativo, ma nel giro di poco tempo interverrà l'aspetto di diritto sulla base democratica che si mette in una dimensione di contrattualità e se le persone condividono l'eutanasia, si modifica la legge per cui non ci sarà più una legge astratta che si impone, ma una legge che si modifica sul piano democratico in modo tale che la legalizzazione accompagna il processo evolutivo del concetto dell'umano che non è più statico.
Ma abbiamo la facoltà di disporre della propria vita o che altri ne dispongano?
La vita è nostra relativamente perché nessuno di noi è autoctono, cioè si è autogenerato, altrimenti sarebbe un Dio, sarebbe eterno. A questo punto ciascuno si dovrebbe chiedere: "Mi sono espresso nella mia totalità?". Se sì, devi vedere se trovi la giustificazione per l'autoeliminazione perché nessuno al di fuori di te può dire: "Io mi mutilo" o "Io non mi mutilo" (nella storia abbiamo avuto anche persone che si sono mutilate per amore), ma come puoi tu, dal di fuori, giudicare le intenzioni di un altro?
Non giudicate perché non siate giudicati"... perché la tua persona è una realtà talmente misteriosa per cui dentro di te, né gli altri né la legge possono entrare. Tu sei una realtà unica e autonoma, ma l'autonomia ti deve far cogliere l'aspetto di verità della tua esistenza e nella verità tu devi avere l'onestà di renderti conto che certe cose non le puoi inventare perché se tu neghi a te stesso la verità oggettiva, sbagli. La cosa difficile è che noi non abbiamo ancora l'acquisizione della nostra preziosità. L'autostima in noi è sottovalutata. Il valore della nostra esistenza non ci viene quasi mai proposto perché siamo abituati ad essere sottoposti. Il difetto di fondo della nostra cultura è considerare la persona tanto più valida, quanto più sottomessa e a Napoli questa mentalità è particolarmente diffusa perché siamo stati sempre dominati.
Qual è il compito della governance? L'uomo ha cercato di usare la tecnologia nell'industrializzazione. La tecnologia, così, è stata asservita ai bisogni dell'uomo. Oggi, si parla di umanizzazione della tecnologia e questo nuovo campo ci interpella su questioni molto complesse per cui, in concreto, la persona si chiede: "Allora che si fa?" e si aspetta una risposta.
Il terzo aspetto è quello della bioetica. Che cos'è l'etica della vita? Ci sono già 500 brevetti sui geni modificati. Se si brevetta un gene e lo si utilizza su una persona, c'è comunque un proprietario del gene modificato che può vantare dei diritti.
Anche questo ci fa rendere conto di quanto rapidissimamente il mondo stia cambiando. Se noi rimaniamo irretiti nella prigionia nella quale ci siamo andati a conficcare, ogni modificazione ci sconvolge...
Altro problema che riguarda la bioetica: che fine fa un ovulo fecondato e conservato? Di chi è? Chi legifera su questa realtà già presente?
Sono questioni di grande attualità che esigono anche una collocazione nel diritto. Che diritto hanno questi embrioni? Chi li può gestire?
Due genitori sordomuti in attesa di un figlio, non vogliono che si intervenga sul gene responsabile di quella disabilità. Vogliono che il figlio sia sordomuto. Hanno questo diritto? O si dovrebbe poter intervenire e obbligarli alla modificazione del gene?
Non interessa noi al momento, ma la società sta cambiando sotto i nostri occhi... Allora la tecnologia del diritto è una realtà che deve inserire le situazioni nuove dal punto di vista biologico nella convivenza della realtà umana.
Chi fa questo lavoro è la politica, ma la politica è fatta da persone. Come possono le persone incidere se non sono a conoscenza delle situazioni così come si presentano?
Adesso ribaltiamo un po' il discorso: che fine farà il Vangelo nelle mani di una società altamente democratizzata che si orienta più sulla convivenza pacifica e contrattuale, per quanto attiene le verità del Vangelo che non sono statiche, ma dinamiche, che sono l'essenza della vita? Se si interpreta il Vangelo in modo rigidamente statico, questo non avrà alcuna possibilità di parlare in una società che cambia. Per poter dare la risposta in itinere, abbiamo bisogno di avere una nostra elasticizzazione, altrimenti ci sarà sempre la negazione del cambiamento che è la cosa più facile e comune.
Per esempio, all'interno dell'aspetto giuridico dell'Europa continentale, c'è una grossa resistenza al cambiamento per cui facciamo sempre la parte del fanalino di coda.
E a proposito del cambiamento, una volta la democrazia era il potere del popolo. E oggi? Di quale popolo parliamo in un mondo dominato dai social? Dove sta più l'aspetto di democrazia di persone che hanno la stessa finalità e che eleggono uno che attui il loro programma? Questa è ormai un'astrattezza in quanto nel concreto non è più così perché quando il 50 - 60% della popolazione più i minorenni non vanno a votare, chi rappresentano gli eletti?
Ecco perché è importante che anche quelli che orientano la politica e che pensano ad un Vangelo del futuro, devono avere la capacità di cogliere del Vangelo l'aspetto di essenzialità che accompagna l'umanità nel processo evolutivo. Se non colgono del Vangelo la carica di fermento, di lievito nella massa, rinnegano il Vangelo in nome del... Vangelo!
Le persone che dicono di essere più vicine al Vangelo, il più delle volte, sono le persone più statiche, più conservatrici, sono quelle che vogliono ancora la Messa in latino...
Provate a vedere la risonanza dentro di voi che questo discorso produce. Sembra che voglia scardinare il Vangelo, invece, io lo voglio... "incardinare" perché scardinare il Vangelo vuol dire rinnegarlo; salvare il Vangelo, invece, vuol dire scoprirne l'aspetto che accompagna l'umanità nel percorso storico evolutivo.
Il Vangelo, intanto è durato 2000 anni e oltre, in quanto ci sono state moltissime eresie che hanno spinto a pensare, ad approfondire e a dare delle risposte. Se nella storia non ci fossero stati gli eretici e le eresie, il Vangelo sarebbe morto da tempo.
Perché il Vangelo permanga, deve essere mobile. Se il Vangelo è rigidamente fermo, è la sua stessa negazione. Per questo motivo, Gesù non ha scritto nulla.
Stavo cercando di mettere in evidenza come il diritto si adegui alla realtà in un paese democratico che legalizza sulla base della negoziazione, cioè fa i contratti privatistici nei quali c'è parità di forza e le leggi vengono cambiate a seconda delle esigenze. Invece, noi tendiamo a dare il giudizio sulle cose e sulla storia in base a principi fermi.
Se riusciamo, questa sera, ad interrogarci: "Ma i principi sono fermi? Sono proprio fermi o sono duttili o sono possibilitati a modificarsi? Il concetto di umano oggi è lo stesso che avevano nel Medio Evo? O l'umano cambia? O il concetto di natura è cambiato?".
A noi interessa capire la mobilità delle posizioni che deve assumere chi ha avuto il contatto con il Vangelo per essere un elemento che spinge in avanti la lettura del valore in contesti talmente fluidi e variabili che richiedono la capacità di non scandalizzarsi e non scandalizzare allorché ci si pone l'interrogativo: "Come succede quello che succede?". Questo interpella ciascuno di noi. Se io devo entrare nella contrattualità alla pari, mi devo documentare. Non posso dire: "Questo richiede maturità" e aspettare qualche migliaio di anni ancora perché le cose cambino.
Ci siamo abituati ad andare in ospedale anche per partorire e firmare il "consenso informato" di cui nessuno capisce niente, però la tecnologia del diritto ha stabilito l'interpellanza della singola persona. Si crea, così, il meccanismo lento della trattazione: tu hai firmato perché ti sei affidato. A distanza di qualche generazione, questo sistema sarà dato per scontato.
Il discorso è a monte: quando uno coglie come la società si muove? Vedete che cosa è avvenuto per la cremazione: osteggiata per anni (io che ne parlai per tre mesi in televisione fui sospettato di eresia), poi è diventata un business...
Ma è importante che sia il Vangelo a spingere in avanti o il futuro potrà farne a meno perché ci saranno altri ad assumersi questo compito?
Il Vangelo segue mille vie, non necessariamente quelle ufficiali per cui il Vangelo avanza per l'umanità del futuro non attraverso le vie deputate alla sua diffusione perché il Vangelo è il contenuto antropologico del processo evolutivo dell'umanità. Come nell'Antico Testamento, Ciro, re di Persia, pagano, ridette la libertà agli Ebrei deportati in Babilonia, così il Vangelo va avanti anche senza l'approvazione di questa o quell'altra setta che si fa chiamare "cristiana".
Il Vangelo che avanza, grazie a Dio, non tiene assolutamente in conto le varie religioni, ma procede, porta avanti e accompagna l'umanità nella dimensione evolutiva.
Gesù non ha scritto nulla, perché ogni uomo fosse libero nella sua dimensione. Ha usato il linguaggio parabolico perché è quello più aperto: lo puoi interpretare come vuoi tu.
Maggiore è la vicinanza alla naturalità, maggiore è la vicinanza alla divinità, ma quanto più l'uomo si discosta dalla sua naturalità, tanto più si distacca dal Vangelo. Il Vangelo, cioè, è tale solo quando recupera l'uomo nella sua dimensione essenziale e lo fa sentire padrone in una democrazia in cui può contrattare e modificare anche le leggi.
Ma per poter capire questo, c'è bisogno di persone illuminate che interpretino e spieghino il Vangelo in modo tale da renderlo attuale anche in futuro?
Brevissimamente: dobbiamo liberarci dal considerare il Vangelo un libro perché non lo è. Il Vangelo è Cristo che instaura relazioni con la storia ed accompagna l'umanità che fa parte di Lui perché il Cristo, nella Sua pienezza, è un unico corpo con l'umanità che per questo è anch'essa Vangelo. Pertanto, più l'uomo si personalizza e, quindi, si autonomizza, si conosce, si esprime e fa in modo che anche gli altri si esprimano, tanto più annuncia il Vangelo. Il Vangelo o è vivo o non è Vangelo.
Allora, bisogna che ognuno si chieda: "Io mi sento Vangelo? Io ho colto il mio essere? Lo manifesto con autenticità? Che cosa faccio per liberarmi dai soffocamenti, dalle reti, dai pesi che mi sono stati messi addosso dalle varie culture pregresse per poter esprimere la mia genuinità perché quanto più sono genuino, tanto più sono Vangelo?".
Per questo motivo, il Vangelo è liberatorio. Il Vangelo sei tu e non ti devi neanche mettere l'etichetta: "Sono cristiano", ma: "Sono io" perché se sei te stesso, sei Vangelo; se non sei te stesso, è inutile che ti metta tutte le etichette del mondo.
Dobbiamo cercare di capire che è necessario modificarci dentro per cogliere, della nostra personalità, l'aspetto di elasticità perché la vita è tanto più viva, quanto più è capace di modificarsi. La sopravvivenza o la previvenza è legata alla capacità che abbiamo di adattarci alle situazioni nuove. Quanto più si va avanti nel tempo, maggiore è la velocità del cambiamento. Pensate a tutto ciò che è cambiato negli ultimi 50 anni mentre all'età della ruota per passare da una ruota grande ad una piccola ce ne voleva del tempo!...
Oggi in tre mesi si cambia un rapporto di generazione. I ragazzi di 12-13 anni non si trovano più con quelli di 20. Una volta, un cappotto passava dal figlio maggiore all'ultimo e qualche volta veniva pure rivoltato. Andare a proporre una cosa simile ai ragazzi di oggi farebbe ridere, ma io sto facendo un discorso molto più complesso che dovrebbe scalfirvi e farvi pensare: "Io devo capire che non è tanto importante il Vangelo scritto quanto il Vangelo che ho dentro. Infatti, sta scritto: "Il Regno dei Cieli è già dentro di voi" . Dopo aver letto questa frase, chiudo il libro, vado a leggere dentro di me che cos'è questo "Regno" e, una volta scopertolo, piano piano, mi allargo e mi confronto con altri che rappresentano altre pagine di Vangelo".
Allora, è possibile buttare il libro che non ti serve più. Fatto questo, tu ne scrivi un altro ed è il Vangelo del futuro.
E' difficile capire questo quando chiudiamo le saracinesche e pensiamo che il Vangelo consista in versetti da imparare a memoria. Non è così. Il Vangelo scritto è solo uno spunto che spinge a vedere quale risonanza ha dentro di noi, quale risonanza ha ciascuno di noi per la storia di domani, e come possiamo toglierci di dosso la pelle per guardare dentro di noi il Regno di Dio com'è fatto. Quanto più ci spogliamo, tanto più viene a galla la possibilità di essere nella linea del Vangelo. Questa espoliazione produce l' "anawim", cioè la persona libera che non si va ad infilare in categorie che le vengono imposte dal di fuori e anche da se stessa.
Questo è difficile perché comporta un cammino che è solo personale. Nessuna società potrà mai dire ufficialmente se il popolo è maturo. La maturità è la padronanza che la persona acquisisce del sé profondo e che fa emergere in libertà.
Gesù sulla croce quando disse: "Consummatum est" intendeva dire che aveva raggiunto la Sua pienezza?
Gesù con quella frase intendeva dire: "Cum sum", cioè: "Sono con me stesso, con Dio e con gli altri. Mi sono espresso finalmente in tutto e per tutti".
Gesù andò liberamente a Gerusalemme, ma non per suicidarsi, non per favorire la Sua uccisione, ma per esprimersi nella totalità della Sua libertà. Che poi gli altri l'abbiano ucciso, riguarda solo loro: bisogna vedere se si sono espressi nella loro libertà.
Ecco perché il Vangelo rende liberi e la libertà rende le persone Vangelo.
Per finire: il Vangelo è la vita del Cristo che si manifesta in mille maniere nella Sua totalità, che corrisponde nell'espressività totale del proprio essere e questo ci rende felici.