Nietzsche dichiarò la morte di Dio. Con lo strutturalismo è stata dichiarata la morte dell'uomo.
Come avviene la morte dell'uomo e quali sono i termini per il futuro per far risuscitare l'uomo? Insomma, dobbiamo parlare della morte o della resurrezione dell'uomo del prossimo futuro?
Questo è un interrogativo necessario che ci poniamo dinanzi a due attuali correnti filosofiche: l'esistenzialismo e lo strutturalismo.
L'esistenzialismo, messo al centro dell'antropologia, considera l'uomo nella sua libertà, dimensione che aveva raggiunto il suo aspetto epigonale con Cartesio per cui era l'uomo che dichiarava le caratteristiche essenziali della storia e le dava senso.
Lo strutturalismo, invece, mette al centro della realtà il reticolato, la struttura portante all'interno della quale è fagocitato l'uomo.
Ora, se si dà all'uomo la possibilità di gestirsi la propria esistenza nella libertà, ci troviamo in un contesto di umanesimo. Se, invece, depriviamo l'uomo della sua caratteristica essenziale che è quella della libertà che deriva dalla conoscenza e lo costringiamo ad essere assorbito all'interno delle strutture di cui lui è solo un punto di transito, ci troviamo a dover definire la morte dell'uomo.
Allora, quali prospettive ci sono per il futuro se l'uomo viene incapsulato all'interno di questa dimensione che non è più quella comunitaria nella quale viene veicolata l'informazione che è premessa della conoscenza per l'esercizio della libertà, ma che è, invece, un sistema di controllo di massa che rende l'uomo un derivato della struttura che non gli dà spazio per realizzarsi nella sua specificità?
In parole semplici: è l'uomo che fa la storia o è la storia che fa l'uomo?
Le due cose sono interconnesse, sono realtà che non possono prescindere da una dialettica essenziale. L'uomo, cioè, non può essere avulso dal contesto. L'epifenomenologia è una dimensione nella quale l'uomo nasce e cresce. L'uomo non può tagliare tutti i rapporti perché, così facendo, non ha più la possibilità di personalizzarsi.
Viviamo in un contesto in cui l'uomo è catturato ed inserito nella disumanizzazione perché lo strutturalismo funzionalizza l'antropologia alla struttura rendendo l'uomo solo una puleggia che serve a facilitare l'ingranaggio del dominio della struttura stessa che l'uomo assorbe, subisce e alla quale si sottomette.
Che spazio c'è per l'umanesimo prossimo futuro di fronte, per esempio, all'immissione del microchip (già in atto)? Questa pratica è un'ennesima riprova di come l'uomo contemporaneo privilegi lo strutturalismo all'esistenzialismo e questo è un processo che avanza con tale rapidità da non dare il tempo alla persona di rendersi conto che c'è questa contrapposizione che nega all'uomo l'esistenza perché dichiara la negazione della vita umana.
Occorre una rivalsa dei singoli che si organizzino per potersi contrapporre al meccanismo massificante che toglie spazio vitale alla persona. Questo è il punto fondamentale.
Se la persona non ha più lo spazio vitale per esprimersi, diventa un derivato della struttura, una che esegue applicando le leggi dello strutturalismo che penetrano progressivamente fino ad eliminare ogni libertà.
Fino a poco tempo fa, avevamo il telefono fisso e la domanda prevalente era: "Passami Tizio o Caio". Oggi, invece, si chiede: "Dove sei?" perché il telefono fisso è diventato il massimo della mobilità. Non è più la persona che utilizza il telefono, ma è il telefono che perseguita la persona così tanto che dovunque vada, viene diagnosticata e addirittura indagata nelle sue intime corde. Il telefono non è più lo strumento per parlare, ma per scrivere, per filmare, per fotografare e fotografarsi. Il selfie non è altro che voler dire: "C'ero anch'io qui".
Tutto questo è un sistema talmente subdolo per cui se la persona non sta attenta a non abboccare all'amo, si trova ad essere catturata nello strutturalismo in cui lei è soltanto una pedina che ha l'illusione della libertà, ma che, invece, non ha alcuna possibilità di essere libera.
Questo potrebbe sembrare un discorso che porta l'uomo alla negatività. Invece, deve essere assunto dalla persona e utilizzato per non essere catturata, ma per avere la possibilità di cogliere ciò che avviene nella cultura e costruire una storia che sia produttrice di umanizzazione e non di ominizzazione.
L'umanizzazione è un processo difficile, molto complesso perché comporta l'attivazione di tutte le potenzialità che sono presenti in germe in ciascuno di noi.
Quindi, l'arte del vivere consiste nel divincolarsi dalle prigionie che provengono dalla strutturazione. La creatività propria dell'uomo deve essere capace di costruire vie nuove.
Ecco perché il Vangelo è una via e non una strada. La strada è fatta a strati per gli altri ed è molto più vicina allo strutturalismo. La via, invece, siccome è personale, è creativa, è artistica, è propria della persona che si realizza, ma che non può prescindere dalle relazioni sociali.
Allora la dichiarazione della morte dell'uomo deve essere intesa come una sollecitazione ad un ridisegnamento dei valori perché laddove vengono esaltate le cose secondarie, le prassi consumistiche, dove il marginale prende il posto del principale che diventa solo corollarico, l'uomo si è disumanizzato e la sua qualità va scadendo di anno in anno.
Vedete che cos'è tutta la linea del consumismo, vedete che cosa sono le mutinazionali... Lo strutturalismo sorge in concomitanza con le multinazionali. Siccome queste tendono alla monopolizzazione, c'è una lotta enorme tra di loro per invadere ciascuna il campo dell'altra e tutto a scapito delle persone che vengono permanentemente monitorate in tutto e per tutto. Basta fare una ricerca su internet di un determinato prodotto e subito arriva la pubblicità in merito.
Però, se uno non ha lo svegliarino pronto, senza accorgersene, finisce per essere isolato dal flusso societario perché o si piega a questo sistema o viene estromesso.
Un genitore, per esempio, si chiede: come non dare il cellulare ad un ragazzino dal momento che tutti i suoi compagni di classe ne hanno uno?
Dunque, il telefono fisso è diventato talmente mobile da stare sempre con noi in modo tale che dovunque andiamo, siamo sotto controllo. Questa è la realtà!
Il problema investe il piano ontologico, quello etico è un derivato. Sul piano ontologico, l'uomo può entrare in questa dimensione di strutturalismo nella quale la sua identità viene messa a repentaglio? Questo è il punto!
Qualche sera fa, in televisione sono state intervistate alcune persone già "microchippate". Hanno asserito di stare benissimo perché non hanno più bisogno di portarsi dietro alcun documento. Basta che facciano un acquisto e persino il conto in banca viene aggiornato all'istante.
Dunque, il controllo per filo e per segno sulla persona è già presente.
Il Vangelo non è solo del futuro, ma è anche del futuro, ma bisogna vedere come si orienta l'uomo per il futuro, perché il problema di fondo è vedere se l'uomo riesce a conservare o non la libertà. Eliminata la libertà, l'uomo diventa una realtà che si robotizza totalmente. La robotica, quando entra nella gestione della libertà della persona, le toglie la possibilità di scegliere e se non può scegliere, si viene a trovare in una situazione di determinazione.
Ma l'uomo può contrapporsi con la sua coscienza e con la sua esperienza a tutto ciò? E i bambini che non si rendono conto di essere manipolati, che alternativa hanno?
E' giusto dare loro un orientamento, ma che fare quando la governance (cfr. 20° incontro) ha fatto in modo che le persone chiedono liberamente di entrare in cogestione con chi li domina? La manipolazione sottile consiste proprio nell'avere la collaborazione dello schiavo che quando volontariamente si rende tale e rilascia l'intervista dicendo di stare bene con il microchip perché non possono più sequestrarlo o derubarlo e perché non deve portarsi dietro carte di alcun genere, significa che si sente libero in questo modo. E quando una persona è convinta di questo, non c'è più niente da fare per rimuovere questa convinzione.
E' come voler convertire un... carabiniere che pensa di andare a morire per lo Stato, ma non sa che va solo a morire anche se poi si costruiscono monumenti ai caduti.
Il Papa recentemente ha detto di trovare aberrante il fatto di chiamare "madre" una bomba perché una madre genera la vita e non la morte. Ma nulla cambia anche se parla il Papa. La soluzione sta nel creare un movimento di opinione perché altrimenti succede come in America che hanno obbligato gli operai di una catena di montaggio a mettersi il pannolone e a non poter neanche andare a fare pipì.
Allora, se il Vangelo dice: "La verità vi farà liberi", io devo cominciare a capire qual è la mia verità perché se non accolgo e rispetto il valore della mia verità, non avrò la possibilità e la forza per difendermi.
Cerchiamo anche di non polemizzare tra noi e non creare tensione perché altrimenti favoriamo chi volendo dominare, divide e comanda.
Come avviene la divisione? Con la discordia (dis cordia = cuore spezzato), con la corruzione, per cui il debole la fa da padrone.
Ci siamo abituati a non avere più la responsabilità di gestire la nostra realtà, ma il Vangelo dice che la persona è libertà. Andando a ledere questo primo diritto fondamentale, non parliamo più dell'uomo, ma delle multinazionali, dei sistemi, ecc.. Quindi, eliminiamo la responsabilità, eliminiamo la colpevolezza, eliminiamo tutto...
Allora, che responsabilità ha il "piccolo gregge" che ha ricevuto il messaggio di Gesù che ha detto: "Io sono la verità" e non: "Io dico la verità" perché la verità detta può essere manipolata? La verità ontologica, invece, non è manipolabile.
L'unico baluardo a tutto questo sistema che diventa altamente pessimistico, è quello della persona formata.
Questo discorso nelle chiese non viene fatto. Nelle chiese si continuano a fare le novene e a recitare rosari senza neanche sapere che il rosario presenta la vita di Uno che ha detto: "Io sono la verità"...
Se continuiamo a fare del Vangelo un'assuefazione ritualistica senza cogliere l'essenza della vitalità che contiene, vuol dire che non abbiamo capito niente del Vangelo.
In passato, un movimento di opinione si opponeva al servizio militare obbligatorio. Alcuni esponenti finirono in prigione, ma alla fine la leva obbligatoria fu abolita.
Anch'io ho fatto delle marce di protesta contro il militarismo, ma oggi, in effetti, il servizio militare, pur essendo abolito, si è esteso. E' finito quello per andare al fronte, ma si è esteso quello che viene dal fronte e ci invade. Il fronte sta dentro casa ormai ed è penetrato fin dentro il midollo delle ossa.
Allora io ora devo fare l'obiezione di coscienza dentro di me. La mia crescita è urgente, non rimandabile, non procrastinabile. Io mi devo documentare, devo sapere che cosa posso fare ora e, siccome da solo non ho alcuna importanza, devo vedere come ottenere il rispetto della mia scelta libera in concreto.
La circolarità delle convinzioni basate sulla verità richiede la comunicazione che oggi è un problema perché noi non abbiamo più la conoscenza diretta degli eventi, ma solo di ciò che viene selezionato e presentato in un certo modo.
Chi di noi riesce ad accorgersi che nel prossimo futuro avremo almeno 100 milioni di immigrati che cambieranno la geografia politica? Noi contiamo solo i loro morti come se fossero formiche, ma se un formicaio viene attaccato, si genera un grande allarmismo e le formiche corrono tutte all'impazzata...
Però abbiamo la testimonianza storica di Gesù Cristo che ci ha rimesso la vita per aver detto la Sua verità. Idem Giordano Bruno. Galilei, poi, dovette abiurare; Pasteur ne passò di guai; Freud fu radiato dall'albo dei medici... Chiunque dice una cosa pensata con la propria testa è perseguitato.
Ma esiste la verità dell'eresia pensata e l'eresia della verità inculcata. Se io penso una cosa, quella per me è una grande verità. Se mi viene inculcata, va contro la mia libertà.
Allora, questi devono essere incontri con la propria verità e col confronto con gli altri, senza polemiche, per acquisizione del dato.
Ma perché le persone si sottomettono alla verità inculcata piuttosto che creare la propria verità?
Il senso di colpa è la matrice della sottomissione. Quanto maggiore è il senso di colpa, maggiore è la predisposizione alla sottomissione.
Allora, chi esercita il potere a qualsiasi livello, familiare, societario, gruppale, ecc. determina la norma rigida che è associata alla facile trasgressione. Più rigida è la norma, più facile è la trasgressione. Il senso di colpa che subentra, genera l'ubbidienza e la sottomissione che va a rafforzare il potere.
Quelli che nascono prima hanno il dominio su chi nasce dopo. La figura genitoriale mette la normativa sul generato. Questi la trasgredisce, si sente in colpa e si sottomette per non entrare in urto con la figura di potere della quale prevede essere soccombente.
Questa dinamica intrafamiliare viene estrapolata, poi, al di fuori della famiglia.
Certe cose non hanno bisogno di grandi analisi. Noi siamo convinti che la legge sia uguale per tutti, ma non c'è nulla di più falso. Perché la legge sia uguale per tutti, dovremmo essere tutti uguali. Se la stessa legge è uguale per diversi, è una grande ingiustizia. La legge è fatta da chi la utilizza e non da chi la subisce.
Quello che viene detto può essere anche assunto perché tutto ciò che si riceve avviene secondo le modalità del ricevente. Io posso sentire una quantità di frottole e cogliere solo una parola che mi può servire per crescere. Se mi metto in una posizione ostile, non colgo nulla.
La storia è avvenuta come è avvenuta, ma noi la conosciamo per come ci è stata raccontata. Quello che è avvenuto è una cosa, quello che riusciamo a sapere è un'altra cosa, quello che riusciamo ad accogliere è tutt'altra cosa.
Lutero, per esempio, era un sant'uomo, ma è stato presentato dalla corrente coclerana come un passionale e un disgraziato. Solo di recente si è diffusa la notizia che Lutero non avrebbe neanche affisso le sue 95 tesi sulla porta della cattedrale come veniva narrato...
Nel 1930 fu proclamato santo Roberto Bellarmino che aveva condannato al rogo Giordano Bruno...
E' stata anche sottaciuta la notizia dell'esistenza di una forte corrente di opposizione alla santificazione di Giovanni Paolo II che aveva pubblicamente benedetto Pinochet...
E bisognerebbe vedere che rilevanza hanno avuto nella storia i santi elencati nel calendario...
Se noi non ci svegliamo, continuiamo ad ignorare queste cose. Quando Papa Francesco ha interpellato i romani perché gli segnalassero chi eleggere come suo vicario a Roma, ci doveva essere una grande risposta, invece non è successo nulla e alla notizia non è stato dato un gran risalto.
Questo significa che noi non abbiamo l'autorità che ci governa, ma l'autoritarismo. L'autorità (da "augere") è quella che fa crescere, cioè che porta le persone all'autonomia, alla responsabilità, alla partecipazione attiva. Se l'autorità non c'è, allora c'è l'autoritarismo in cui la persona è un suddito che non partecipa alla gestione della cosa pubblica. Ma ciò che riguarda tutti, da tutti deve essere codeciso. Questo è il principio fondamentale della democrazia.
Gesù che ha detto: "Io, maestro e signore lavo i piedi a voi perché anche voi ve li laviate reciprocamente", dove lo collochiamo in questa struttura gerarchica che risale al Concilio di Trento (1545-1563)? Noi siamo fermi lì perché le persone si sentono estranee nella vita della chiesa, si sentono di passaggio.
Il guaio è che ci sono problemi molto grandi che ci cadono addosso quando già sono irrimediabilmente non modificabili. Io sto cercando di fare un lavoro preventivo onde evitare che le persone all'improvviso, poi, comincino a fare... le novene perché Dio ci liberi dalla guerra.
Quello che ci siamo detti stasera non può rimanere qui. Dobbiamo cercare di liberarci da certe pastocchie che tutti abbiamo in testa. Noi siamo refrattari alle modificazioni.
Queste cose potrebbero metterci in uno stato di smarrimento, ma la fede implica il momento creativo. Dio, nella Sua onnipotenza, poteva fare le cose perfette, invece, le ha fatte imperfette perché ha affidato all'uomo il compito di concreare.
"Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza", cioè creatore. Quindi, l'uomo è chiamato da Dio ad essere parte attiva. Allora, peggio vanno le cose, meglio è perché vuol dire che l'uomo ha uno spazio enorme per intervenire ed agire.
Per chiudere, leggiamo dalla lettera ai Galati (5,1-6):
[1] Cristo ci ha liberati perché restassimo liberi; state dunque saldi e non lasciatevi imporre di nuovo il giogo della schiavitù. [2] Ecco, io Paolo vi dico: se vi fate circoncidere, Cristo non vi gioverà nulla. [3] E dichiaro ancora una volta a chiunque si fa circoncidere che egli è obbligato ad osservare tutta quanta la legge. [4] Non avete più nulla a che fare con Cristo voi che cercate la giustificazione nella legge; siete decaduti dalla grazia. [5] Noi infatti per virtù dello Spirito, attendiamo dalla fede la giustificazione che speriamo. [6] Poiché in Cristo Gesù non è la circoncisione che conta o la non circoncisione, ma la fede che opera per mezzo della carità.
La giustizia, ciò che è retto, è il percorso che conduce l'uomo alla felicità che è la meta non negoziabile dell'uomo. Può capitare di tutto intorno a noi, ma se abbiamo la forza di essere vicini a Colui che è la via, la verità e la vita, abbiamo vinto il mondo.