A volte, persone che vivono empaticamente, elaborano le stesse cose. E' una legge che non si riesce a collocare sul piano scientifico, ma certamente sperimentiamo che abbiamo delle sensazioni che portano un soggetto ad essere in sintonia con un altro senza sapere come.
A volte, si pensano le stesse cose, si vivono le stesse esperienze emotive, sentimentali, affettive, addirittura anche politiche e l'umanità, poi, quasi d'incanto, all'improvviso modifica il proprio corso. A questo proposito, Pina ha scritto una poesia sull'argomento dell'identità sconosciuta su cui ci siamo soffermati diverse volte:
"Chi sei?
Mi sembra di conoscerti.
Se ti chiedo: "Chi sei?",
mi dici nome e cognome
con i dati che schedano
l'appartenenza ad un gruppo.
Sei un individuo.
Se cerco la persona,
ho compito più arduo.
Quanti elementi!
Lo sguardo, il sorriso, il comportamento,
la capacità di esprimersi, i sentimenti...
Quando tutto ho osservato,
ti chiedo ancora: "Chi sei?".
Ardua domanda!
Non sarai mai in grado di dirlo
né altri di rispondere
né io di scoprirlo".
Noi abbiamo la tendenza ad etichettarci perché non abbiamo la possibilità di entrare nel mistero di noi stessi.
Dunque, quest'anno abbiamo fatto il tentativo di coniugare l'aspetto scientifico, antropologico con quello della fede. S. Tommaso d'Aquino, noto per la grande quantità dei suoi scritti, studiò all'Università di Napoli. Il suo maestro lo introdusse allo studio di Aristotele di cui l'autorità ecclesiastica aveva proibito di leggere le opere. Proibire di leggere il pensiero di Aristotele significava vietare alla persona l'opportunità di sondare la propria capacità nella sua essenzialità di animale razionale. Infatti, ciò che distingue l'umanità è proprio il fatto di essere corredata di razionalità.
Aristotele è quello che ha messo in evidenza l'aspetto razionale in un modo scientificamente corretto per cui proibire l'uso del suo sistema, cioè l'aspetto sillogistico che è la base del ragionamento in quanto si basa sulla triangolazione che se A è uguale a B e B è uguale a C, anche A è uguale a C. (quelli che sono uguali ad un terzo sono uguali tra loro), significa intervenire nella vita della persona e obbligarla a marciare contro coscienza.
Le opere di S. Tommaso d'Aquino furono condannate per ben tre volte dopo la sua morte perché erano fondate sul sistema sillogistico, cioè sul sistema della dimostrazione. S. Tommaso ha coniugato teologia e scienza e quest'ultima avanza mediante la ricerca col sistema aristotelico. Questo, quindi, è stato portato nell'ambito della teologia.
Le opere di S. Tommaso furono condannate da chi esercitava il potere ecclesiastico, ma questo si allarga anche in altri ambiti. Infatti più recentemente, con Pio IX fu istituita la condanna del sillabo(1).
Però le stesse opere furono incensate durante il Concilio di Trento perché considerate non plus ultra.
Condannate e poi incensate... Vi dovrebbe far sorgere un dubbio: con quale diritto alcune persone si prendono l'ardire di facilitare o di condannare certe letture, cioè di concedere alla mente umana di pensare o di impedirglielo?
Trasferendoci ad oggi, abbiamo assistito a posizioni di condanna all'interno della Teologia della Liberazione da parte del Papa Giovanni Paolo II. Invece, Papa Francesco non condanna, ma cerca di riportare in auge le tematiche proprie della suddetta teologia per cui certe cose che ieri sono state dichiarate indiscutibili, oggi diventano discutibili.
Siamo in un mondo in cui non c'è più una religiosità acriticamente accettata, ma è rifiutata in massa. Quelli che l'accettano lo fanno supinamente senza sapere, in realtà, quello che accettano, ma per quieto vivere, continuano ad esercitare una sorta di assenso massificato senza alcuna partecipazione personale.
La religiosità accettata in modo acritico, passivo, non deve essere confusa con l'aspetto di fede. Purtroppo la "fede" di un grandissimo numero di persone è coincidente con l'affermazione: "Delle cose di Dio non si discute", come se il farlo fosse offensivo.
Quest'asserzione, senza che ce ne accorgiamo, produce la mentalità che vuole l'uomo decerebralizzato davanti a Dio. Ma questa è la massima offesa per Dio che ha fatto l'uomo creativo perché ha detto: "Facciamo l'uomo a nostra immagine e somiglianza".
Se è così e Lui è Creatore, anche l'uomo lo è e, quindi, se vuole essere in sintonia con Dio, deve essere creativo. Se il pensiero che è fluido e creativo viene negato, se la creatività viene sottratta all'uso della persona, si fa dire a Dio quello che Lui non dice! E se l'uomo accetta questo, accetta la propria... cadaverizzazione!
Nel contesto sociale nel quale oggi viviamo, ci sono una quantità sovrabbondante di notizie che vengono catapultate sulle persone senza che queste abbiano il tempo di verificarne la derivazione e la veridicità. Questo produce un grosso schiacciamento sulle persone che non hanno più il tempo di vedere se ciò che credono è quello che possono credere criticamente oppure se devono subire passivamente tutto ciò che viene sovrapposto alla loro intelligenza.
Questo è uno dei motivi della crisi dell'uomo di oggi: non avere più il tempo di sapere se quel che sa è corretto o se lo sa perché lo deve sapere.
Naturalmente ciò potrebbe turbarci e farci chiedere: "Allora che via abbiamo noi per uscire da questo gap nel quale siamo precipitati?". Perché con i mass media noi abbiamo una quantità di notizie che sfuggono alla nostra indagine. Le cose che sperimentiamo direttamente, rispetto a quelle che sappiamo indirettamente, sono pochissime e abissalmente distanti.
Sul piano politico, per esempio, che cosa possiamo sapere di ciò che avviene? Tutti noi siamo illusi di stare in un paese democratico. All'interno della Chiesa, poi, (da "ecclesia" che significa "assemblea" dove ciò che riguarda tutti da tutti deve essere codeciso) che possibilità abbiamo noi di codecidere ciò che ci riguarda? Che potere abbiamo per orientare le scelte che riguardano tutti?
Questo è possibile solo in un piccolo gruppo caratterizzato dalla comunicazione, altrimenti non c'è nessuna possibilità di scambio e, quindi, di illuminazione e di decisione perché ogni decisione presuppone la conoscenza.
Non si può scegliere, non si può volere ciò che non si sa. Non si può sapere quello che non si percepisce. Non si può percepire per mezzo degli altri perché la percezione è personale. Quella dell'altro può essere fruita da me in quanto c'è comunicazione. Se la comunicazione non fluisce, l'esperienza dell'altro resta solo sua, ma non mi perviene. Per potermi arrivare, occorre la comunicazione che richiede una sorta di affidabilità da parte di chi mi dice la sua esperienza. Però, anche se l'altro mi comunica la sua esperienza ed io non mi fido di lui, quell'esperienza non mi giunge.
Altro esempio: se un programma televisivo, invece di presentarmi un fatto del giorno, me ne presenta uno accaduto anni fa, io, abituato a ricevere notizie sui fatti del giorno, vedo quello accaduto in passato come se fosse di oggi. E qui c'è la possibilità di un errore permanente.
Com'è possibile per l'uomo di oggi cogliere l'aspetto di massificazione se tutta la conoscenza è prevalentemente massificata? Una persona deve mettersi in atteggiamento critico per filtrare le proprie conoscenze e vedere se sono soggettive oppure se partono da un sistema di massificazione e, quindi, di non conoscenza e di non libertà.
Abbiamo fatto un percorso per cercare di recuperare il modello della libertà personale in un contesto facilmente assoggettabile alla massificazione per cui coniugare l'aspetto scientifico con l'aspetto di fede richiede che il soggetto maturi rapidamente perché la massa delle notizie che gli pervengono, come già detto, è talmente tanta da non lasciargli il tempo di vederle in seconda battuta. Perciò, o le valuta permanentemente a mano a mano che arrivano oppure resta fuori dal sistema di informazione e, quindi, di formazione.
La formazione, per essere tale, presuppone l'informazione. Questa deve essere accettata dal soggetto criticamente e, per fare questo, il soggetto deve avere la possibilità di sperimentarla. La sperimentazione personale oggi è ridotta rispetto alla massa di notizie che arrivano.
Questi sono i punti su cui possiamo discutere stasera al termine di un percorso che abbiamo fatto, perché è necessario fare la verifica di come noi ci siamo incamminati per liberarci, nella pars destruens (fase distruttiva), di certi modelli mentali, concettuali che abbiamo per intraprendere un modello un po' più attento, per essere capaci di vivere la nostra soggettività in libertà, senza subire la declassificazione che ci viene data permanentemente.
I nostri conterranei Francesco d'Assisi, Giordano Bruno, Tommaso d'Aquino, Tommaso Campanella e tanti altri sono l'esempio pratico di come in Italia, il più delle volte, le persone che hanno avuto l'ardire di pensare con metodologia aristotelica, sono state eclissate ed eliminate dal flusso delle informazioni per una formazione critica.
Che scelta possiamo fare noi, in quanto singole persone, all'interno di questa esperienza, nella stesura di un Vangelo del futuro che richiede inevitabilmente un modello svincolato dalla religiosità e che si collochi, invece, in un modello scientifico?
Bisogna tener presente, però, che anche la scientificità non è priva di dogmatismi per cui è inutile il sottrarsi dalla mentalità religiosa e dogmatica e infilarsi in una mentalità scientifica senza avere la capacità critica per cogliere anche all'interno delle scienze una quantità di dogmi che vengono dati per scontati, vengono detti, ma non si ha il tempo di verificarli.
In termini spiccioli, questo diventa un grosso problema per la persona.
Esempio: sui prodotti leggiamo "Da consumarsi preferibilmente entro...". Sulle uova c'è la data di quelle fresche di giornata. Ma poiché le galline non le depongono sotto il bancone del negozio, quelle uova che recano la data del giorno, sono state, in effetti, deposte e timbrate almeno due giorni prima, tempo necessario perché arrivino al rivenditore. Si può mai andare a controllare quando la gallina ha deposto effettivamente l'uovo? Allora ci vorrebbe il controllo sulle uova e un altro su chi controlla le uova... Ma il problema non è solo limitato alle uova. Abbiamo talmente complicato la vita per cui non è più possibile controllare alcunché.
Per quanto riguarda la fede, dove la collochiamo se un Papa dice A, un altro dice B, un teologo che scrive certe cose viene condannato da Ratzinger quando era Prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II mentre Papa Francesco ora dice: "Chi sono io per giudicare?"?
Vedete come cambiano le cose? Se il soggetto non si libera dal sistema di dipendenza mentale, la mancanza di libertà toglie l'autonomizzazione alla persona che è il punto principale per accedere alla felicità. Il Vangelo del futuro privilegia la persona.
L'antropocentrismo (la persona al centro) che si sviluppa lungo il percorso della libertà che passa per la criticità, come si colloca nella concretezza qui ed ora?
Quanto conosciamo noi degli altri?
Quanto abbiamo fatto per dare all'altro l'opportunità di impossessarsi di una criticità tale da arrivare a delle conclusioni che siano le sue?
Abbiamo dato più volte stimoli per la costruzione della propria identità personale nelle fasi di pensiero e di espressione? Quest'ultima, all'interno di questa sede, è stata facilitata o no?
Il Vangelo del futuro consiste proprio nel creare delle situazioni in cui le persone possano esprimersi nella loro unicità, irripetibilità, eccezionalità... Ma ciascuno di noi ha fatto questo progresso nella visione della propria identità per poterla esprimere ed arricchire gli altri della propria elaborazione di crescita?
Che scambio orizzontale abbiamo avuto per creare un clima di democratizzazione per codecidere certe cose che riguardano tutti?
Che apporto do io per la costruzione del tutto? Perché se è vero che ogni cellula è predisposta democraticamente ad entrare in funzione con le altre cellule per costruire gli organi che costituiscono l'organismo, l'organismo sociale è fatto da tante persone che sono predisposte ad entrare in interscambio per costruire degli organi in cui è possibile la vitalità.
Lo sviluppo sostenibile non è più tale perché è impossibile, conservando gli stessi dati produttivi, avere uno sviluppo progressivo che sia "sostenibile".
Se il mio reddito è di 1000 euro ed io voglio svilupparlo e consumare per 2000, se non ho quest'ultima cifra all'inizio, non posso avere uno sviluppo superiore.
Ora, se nella natura esistono determinate risorse ed io voglio svilupparle, ciò non è "sostenibile" perché sono risorse... numerate.
Allora, lo sviluppo di una parte corrisponde alla morte dell'altra parte.
Ma quando si dice sviluppo "sostenibile" non può essere inteso come sviluppo ottenuto in un modo diverso? No, perché quando si dice "sviluppo", questo è antitetico al "sostenibile".
Se io ho una produttività che mi consente di andare all'infinito, posso avere uno sviluppo, ma se le risorse della terra sono standard, io non posso avere lo sviluppo. O se ce l'ho da una parte, vuol dire che ne deprivo l'altra parte.
In Nigeria presto ci saranno 600 milioni di abitanti. Anche in altri paesi la popolazione è in rapido aumento. Fare sviluppo sostenibile vuol dire dare alle persone che entrano in giogo le nostre condizioni di vita, ma nel momento in cui ciò si realizza per una parte dell'umanità, inevitabilmente si va a danneggiare quell'altra parte.
Siamo 7 miliardi e mezzo di persone... Ci vorrebbe un altro mondo, ma se in questo mondo consumiamo l'ossigeno e l'acqua, se facciamo la doccia quattro volte al giorno, l'acqua non ci sarà per gli altri perché l'acqua è quella che è. Bisognerebbe dissalare l'acqua del mare, ma per fare questo dovrebbero essere impiegate altre risorse della terra.
Le teorie più avanzate adesso parlano di economia frattale, cioè produrre ciò che serve senza andare oltre.
Il problema è che noi non abbiamo più la possibilità critica di capire quello che avviene attorno a noi. Siamo inseriti in un circuito talmente costrittivo che non ci viene concessa l'opportunità di avere la decisionalità consapevole.
La consapevolezza non appartiene più alla persona perché questa è diventata esecutiva di decisioni che vengono prese altrove, non a livello comunale né provinciale né nazionale, ma a livello di multinazionalità.
Ma qui accade come nelle assemblee studentesche del '68, che quando si parlava di problemi riguardanti posti lontani, tutti erano d'accordo, ma quando poi si scendeva nella fatticità concreta, non ci si capiva più.
A noi ora interessa cercare di arrivare ad un atteggiamento critico. L'ambiente è solo un aspetto del problema. Il problema principale è vedere come ci formiamo una capacità critica. E' importante formare un popolo capace di filtrare l'immissione dei dati con criticità.
Se io ho questa capacità critica, posso rendermi conto di ciò che è funzionale a me e agli altri. Se non ce l'ho, faccio parte del modello di imbutizzazione.
Allora la domanda è: "Si è formato l'uomo?".
Il sistema vuole che l'uomo non ci sia. A cominciare dalla scuola, si vogliono dei robots già adesso e in futuro sarà ancora peggio. I microchip stanno già invadendo il mondo col consenso delle persone che si illudono di essere più sicure. Oggi c'è un'immissione di soldi falsi, così le persone si convincono più rapidamente che non è più il caso di usare il denaro, ma di fare tutto on line...
C'è una sorta di sistematizzazione così capillare che la persona non ha più niente da scegliere: è un robottino che si muove senza avere più margini di libertà. Questo è il discorso di fondo.
Non c'è più l'artigianato perché l'industrializzazione ha deprivato la persona dell'iniziativa personale.
Come già detto, Dio creatore ha fatto l'uomo creativo. Nel momento in cui questi si è lasciato prendere dall'industrializzazione e dall'informatizzazione, la creatività è finita.
A questo punto, se la persona non si sveglia da questo modello di addormentamento e di morfinizzazione generale, non può fare più niente.
Questo l'abbiamo detto tante volte per cui dobbiamo chiederci: "Io che voglio capire di questa società?". Se voglio solo ascoltare dei bei discorsi, queste sono alienazioni che appartengono al rito religioso.
Tutto ciò che abbiamo detto è caratterizzato da un grande ottimismo contrariamente a quello che può sembrare perché la creatività dell'uomo è inestinguibile.
Se la persona riesce ad avere la capacità di sgusciare dal sistema di morte, realizza la vittoria del Vangelo del futuro.
(1) Sillabo: La raccolta di 80 proposizioni pubblicata da Pio IX nel 1864 che condannava come contrarie e incompatibili con la fede cattolica dottrine e atteggiamenti caratteristici del mondo contemporaneo, fra cui il socialismo, il comunismo e il liberalismo.