Giardino del Poeta - 2° INCONTRO DEL 25-10-2017 (trascrizione)

Tentiamo di approfondire il concetto della "rapidizzazione".

La rapidizzazione è un sistema rovinoso che si contrappone alla dolcezza evolutiva della natura. Questa si evolve sofficemente e sofficemente maturano i frutti. Se volete far maturare un frutto mettendolo nel forno, questo non assume il sapore della frutta che matura sull'albero.

L'uomo contemporaneo si sta caricando del male della rapidizzazione perché, con estrema rapidità, modifica i punti di riferimento per cui anziché avere un perfezionamento della norma in evoluzione, rischia di dare alla persona la perdita della territorialità concettuale. Questa consiste nel fatto che il soggetto non sapendo più a che cosa riferirsi e da dove partire per evolversi, produce in sé un blocco che impedisce il processo evolutivo delle energie vitali.

Le energie vitali si sviluppano progressivamente. Se si verifica una rapidizzazione tale da non avere il tempo di percorrere e conquistare i vari stadi, si produce il blocco.

Per esempio: se in Tv viene presentato un modello tragico, tipo "Bambini sotto i bombardamenti" con tutta una sequenza di immagini cruente, e trenta secondi dopo va in onda la pubblicità della Coca Cola o della Nutella, al messaggio tragico se ne contrappone un altro di positività per cui nell'intimo della soggettività si genera una situazione di blocco che impedisce di andare sia verso la negatività che verso la positività. Quindi, si produce nelle persone un grosso livello di fermo, di staticità perché non sanno più da che parte cominciare per modificare la propria situazione e renderla di maggiore vivibilità.

Il nostro conterraneo, S. Tommaso d'Aquino che ha scritto la Summa Teologica, nell'art. 4, numero 107, dice esplicitamente che bisogna stare molto attenti a non dare un sovraccarico di notizie perché questo produce la schiavitù delle informazioni che, a loro volta, portano ad una sorta di rigetto delle informazioni stesse per cui si ottiene l'effetto esattamente opposto a quello di informare.

Se le informazioni sono moltissime, si verifica una sorta di... incallimento delle orecchie perché così il soggetto si difende (più o meno come quando nel corso della giornata capita di ricevere una quantità di promozioni telefoniche da parte di vari gestori e, saturi della continuità delle proposte, non si ascolta nemmeno più quello che viene detto e si riattacca).

Si viene così a creare un meccanismo difensivo talmente acutizzante e immunizzante che non dà adito alla penetrazione della notizia. Anche le notizie che io vi sto dando, se non state attenti, ve le fate scivolare lungo i binari dell'indifferenza.

Stiamo vivendo, in questi tempi, una situazione di grande opportunità perché la vita del pianeta è fortemente in crisi. Pensate che una settimana fa, sono state scoperte delle terre mai venute alla luce prima, perché erano coperte da ghiacciai da milioni di anni. Ora i ghiacciai si sono sciolti e sono comparse le terre che stavano sotto. Questo comporta un'enorme difficoltà per il globo anche perché i ghiacciai tenevano in ibernazione una quantità di materiale organico. Venendo meno il congelamento, questo materiale organico va in putrefazione e non è una cosa da poco perché i ghiacciai avevano una grande estensione ed hanno protetto la terra per molto tempo.

Lo scioglimento dei ghiacciai produce anche un innalzamento delle acque del mare con conseguente sommersione delle terre. Una grande percentuale della popolazione mondiale  risiede lungo le rive dei mari...

Noi siamo alla fine di ottobre ed abbiamo la temperatura come a maggio per cui gli alberi di pero, per esempio, sono in fiore...

I tornadi passano per l'Irlanda risucchiando l'aria calda dell'Africa...

Sto cercando di farvi cogliere come sotto i nostri occhi si stanno verificando delle modificazioni così vistose che noi continuiamo a non voler vedere e ci facciamo scivolare lungo il binario della nostra indifferenza, l'opportunità che abbiamo di intervenire per salvaguardare, finalmente protagonisticamente, la nostra esistenza invertendo la rotta del dominio verticale.

Che possiamo fare noi se non ci rendiamo conto che questa realtà non dipende solo da alcuni, ma da tutti noi perché viviamo in una situazione di acriticità?

Che cos'è l'acriticità? Facciamo una prova di matematica: dividiamo 71 torte per 89 persone (cosa che si può fare). La prima risposta, invece, è che non si può fare perché otteniamo per risultato uno 0,. Adesso chiedetevi da dove viene lo zero nel risultato. Lo zero è a monte di un ragionamento che si sarebbe dovuto sviluppare a scuola per prendere consapevolezza delle proprie capacità logiche da utilizzare per risolvere l'operazione.

Quindi, partendo da un'operazione, ci rendiamo conto di come la risposta arrivi senza la consapevolezza di possedere il ragionamento e trasferiamo questo nella realtà quotidiana di ciascuno. Il mancato allenamento al ragionamento logico ci fa capire come il nostro circuito si sia inceppato, prima sulle cose elementari e poi sulle cose sostanziali per cui corriamo e non ci rendiamo conto che andiamo verso la fossa che noi stessi ci scaviamo. E', quindi, di un'importanza straordinaria il possesso dello strumento logico che ci permetta di capire da dove viene quel risultato.

Quando io entro in una struttura societaria, devo sapere che ho il diritto di prendere da questa e il dovere di dare, cioè devo sapere che la mia vita è legata ad un processo democratico che i componenti rispettano.

Come nell'organismo, una cellula può vivere in quanto entra in relazione simbiotica con le altre cellule, cioè quando si verifica un interscambio, così si deduce che anche le persone possano sopravvivere se entrano in interscambio.

Se non entro in interscambio secondo le leggi del sistema aperto vivente, io non ho capito niente della vita.

Ma che cos'è l'interscambio? E' cercare di entrare in relazione prima con la mia realtà perché se non la conosco bene, non posso pormi in relazione con le altre realtà più o meno omogenee.

Poiché ogni persona è unica e irrepetibile, la modalità con cui ciascuna si organizza per la sua vivibilità, è quella che ha elaborato attraverso tutte le esperienze epifenomeniche pregresse.

Allora, quando voglio entrare in relazione con una persona, devo cogliere prima bene come io sono costituito, fare uno sforzo per cercare di capire che c'è un altro sistema che si è organizzato in modo diverso dal mio e trovare un codice di relazione tale da poter produrre un arricchimento ed una vivibilità che aiuti l'uno e l'altra.

Su questo siamo tutti d'accordo. Ma poi veniamo improvvisamente a sapere, a cose fatte, che sono stati spostati dei caccia bombardieri a testata nucleare nella Corea del Sud, mentre stiamo ancora contando i morti di Hiroshima e Nagasaki!...

Allora, se il processo di vivibilità è assegnato alle persone nella loro naturalità, ogni persona se ne deve fare carico e attivare l'evoluzione permanente. Se non lo fa corre il rischio di collaborare alla propria distruzione, al proprio suicidio che se è collettivo, diventa genocidio.

Questo è un periodo... bellissimo perché abbiamo la possibilità di accorgerci che si sta verificando una situazione che ci interpella personalmente perché nel messaggio di fede è scritto che Dio creò l'uomo "ut operaretur", perché lavorasse, perché prendesse in mano la gestione della propria esistenza.

Dio avrebbe potuto fare le cose in modo perfetto, senza nessun processo evolutivo, ma sarebbe stata la necrosi totale, sarebbe stata l'entropia completa senza alcun movimento. Non avremmo avuto neanche la possibilità di respirare perché la respirazione è segno di... imperfezione. Respiriamo perché è finito l'ossigeno precedente. Appena il livello di ossigeno nei nostri polmoni (che è del 21%)  si assottiglia quando si compone con l'emoglobina scendendo al 16% e non è più respirabile, i nostri muscoli si attivano in automatico per innalzare il livello di ossigeno di nuovo al 21% (anche se l'aria nei polmoni una volta che è entrata alla nascita, non esce più se non dopo la morte).

Noi non ringraziamo mai per questa meraviglia, ma abbiamo la capacità di inquinare talmente tanto da provocare parecchie centinaia di migliaia di morti all'anno per l'aria resa irrespirabile.

Einstein diceva: "Se la scuola non finisce di rovinare l'umanità, questa non trova pace".

Per trovare pace, l'umanità deve ritrovare il senso della democrazia che è propria della natura delle cellule. Ciascuno di noi deve accompagnare questo modello naturale che non va soggetto alla rapidizzazione.

Questa cambia talmente le cose per cui non c'è più il tempo della lettura, dell'interpretazione e del cambiamento comprensivo, ma si ricevono tante di quelle notizie da rifiutarle tutte. Però facendo questo non è più possibile adattarsi al processo evolutivo naturale. Quindi, ci si ritrova all'improvviso con uno che decide di far scoppiare una guerra senza che si sappia niente.

Tutto questo è spiegato bene nel film "La vergogna" di Ingmar Bergman in cui un pastore che niente sapeva della guerra che era scoppiata, viene arrestato e condannato come disertore.

Ecco perché è importante che le persone entrino necessariamente in uno stato di acquisizione del diritto di partecipare alla comunità e del dovere di costruire le basi perché ci sia una comunità.

Noi, come gruppo di persone abbastanza rispettose della reciprocizzazione, ci incontriamo senza creare conflitti tali da ricorrere a quella che comunemente viene chiamata "forza dell'ordine", ma che è, invece, "l'ordine della forza".

Quando abbiamo "l'ordine della forza" abbiamo capovolto la situazione senza più cogliere fino in fondo qual è la dimensione di democraticità che è innata in noi.

I bambini piccoli, infatti, si incontrano rapidissimamente. Poi a mano a mano che si diventa grandi, ci si chiude sempre più nell'isolamento dell'immunizzazione spinta all'ennesima potenza.

Quando il soggetto arriva ad essere autoimmune, muore per il veleno che vuole evitare. In effetti, se io voglio vivere in uno stato di totale immunità, devo mettermi sotto una campana di vetro, ma così facendo, muoio asfissiato.

Noi stiamo cercando di vedere come, per essere immuni da ogni contagio, cerchiamo la sicurezza tenendo ben presente che la sicurezza è inversamente proporzionale alla libertà. Più aumenta la sicurezza, più diminuisce la libertà. Se aumenta la libertà, diminuisce la sicurezza.

Allora ci dobbiamo svegliare dal torpore e dal sonno e, siccome non possiamo più demandare alla comunità l'equilibrio tra sicurezza e libertà, dobbiamo essere noi a capire tempestivamente quale è il punto in cui possiamo generare una curvatura che renda la natura vivibile perché noi, per natura, siamo fatti per vivere.

Se seguo la curvatura della natura, io seguo la mia natura mentre la rapidizzazione, l'accelerazione oggettiva, mi mette nella condizione di non vivibilità. Per adeguare la persona alla natura, occorre un freno alla rapidizzazione e l'eliminazione delle strutture macroscopiche. Queste quanto più sono grandi, tanto meno hanno elasticità. Più è grossa la struttura, soprattutto se è globalizzata, meno è possibile l'elasticità.

E' facile che una sola persona cambi, è più complicato se le persone sono dieci, è più difficile se sono cento, diventa impossibile se sono... sette miliardi!

Se io faccio parte di una struttura, devo stare attento a diventare un elemento di disturbo per la rigidità della struttura. Tutte le strutture di cui facciamo parte, quelle familiari, lavorative, sociali, religiose, ecc., quanto più sono macroscopiche, tanto più sono rigide.

All'interno di queste, io devo cercare di pormi in una dimensione di massima elasticità per far slittare un po' la struttura. Se ognuno, nel proprio ambiente dà una spintarella, si può verificare nella società, come è avvenuto tante volte nella storia, che ad un certo punto, si creano delle convergenze di spinte per cui poi si arriva all'innovazione.

Siamo fortunati ad avere Papa Francesco che stando al vertice, sta dando delle spinte consistenti. Però questa volta la refrattarietà non è dei vertici, ma è del sistema di base che non si adegua e, quindi, la naturalità non si verifica.

Dunque, la rapidizzazione produce una spaccatura e ci fa perdere il riferimento territoriale.

Porto un esempio: alcuni mesi fa è stata fatta una legge per la riforma del diritto fallimentare, ma non hanno fatto in tempo a farla entrare in vigore che già ne hanno approvata un'altra. Quindi, mentre studiavano l'applicazione della prima, hanno dovuto smettere e passare a studiare la seconda.

Questo per dirvi come l'immissione nella testa di una persona di notizie esageratamente numerose, produce una mentalità schiavile di fronte alla normativa perché non essendo le persone in grado di leggere, capire e interpretare, che fanno? Si sottomettono perché per non sbagliare fanno quello che viene detto loro di fare non essendo più in grado di capire.

Se nella scuola che funzionava su determinate leggi, arrivano circolari una dietro l'altra che cambiano il modo di relazionarsi alla classe, il docente non capisce più niente mentre il Preside finisce con l'essere il riferimento unico che va alimentato con un aumento di stipendio perché deve avere un effetto calmierante di fronte alle persone che non capiscono.

Però ora lo Stato assume 7900 persone tra carabinieri e agenti di polizia che sono acritici perché sono esecutori...

Questi sono solo alcuni dati sociologici per capire fino in fondo come il bombardamento di notizie di cronaca crei una confusione tale da giustificare uno Stato poliziesco.

La libertà del soggetto non c'è più, ma tutto questo è progressivo per cui, poi, ci ritroviamo con un Kim e con un Trump o chiunque altro. Essendo entrati in questo processo, non abbiamo più nessuna possibilità di parlare per fare la critica. Allora preghiamo per chiedere al Signore di liberarci dalla guerra (dopo che abbiamo deciso di farla).

Se non vogliamo la guerra dobbiamo stare attenti ad essere critici perché la guerra si evita stando già in causa. La guerra si evita se stasera (e questa è una grande opportunità) ciascuno di noi si rende conto che fa la guerra anche chi fa la guardia a un bidone di benzina e che, quindi, tutti noi dobbiamo trovare il modo concreto per vedere come collaborare ad impedirla.

Abbiamo fatto una lettera di solidarietà al Papa (che ha detto che siamo già nella terza guerra mondiale). Questo Papa si sta mettendo contro quella chiesa che è abituata a conservare una mentalità acritica. Si è troppo abituati a dire: "Si è fatto sempre così"... Bisogna capire che ci si è sempre sbagliati e in questo modo, non ci si corregge mai.

La natura, invece, quando fa un errore lo corregge. Nell'evoluzionismo la natura ha provveduto, per esempio, ad elaborare per noi... due narici che avendo due canali olfattivi, ci fanno capire da quale parte vengono gli odori e questo serve per orientarci. Ma noi non ci accorgiamo del processo evolutivo che ha impiegato milioni di anni perché arrivassimo ad essere così come siamo...

Allora, Papa Francesco, venuto da un paese lontano, ha messo in crisi il nostro. Noi siamo troppo abituati alle varie devozioni che ci sono state tramandate dalle nonne, dalle mamme, ecc. e non ci rendiamo conto che il santuario della Madonna di Pompei viene amministrata dal Vaticano. Anche per quanto riguarda lo IOR il Papa non è riuscito ancora a modificare niente perché il sistema macroscopico è rigido. Lui, però, non potendo cambiare le leggi, offre la sua testimonianza personale.

Scrive "Laudato sii" che tratta della cura della casa comune, la terra che noi tutti abitiamo. Ciò che tutti riguarda, da tutti deve essere codeciso. Lui sta cercando di far entrare in quest'ottica il popolo non solo dei cattolici, ma tutta l'umanità che respira la stessa aria.

Scrive tra l'altro: "La mancanza di reazione di fronte a questi drammi dei nostri fratelli e sorelle che non avranno, nel giro di poco tempo, la possibilità di sopravvivere, è un segno della perdita del senso di responsabilità di fronte ai nostri simili su cui si fonda ogni società civile". La società è civile se entra in rapporto democratico.

Proviamo adesso a fare un salto in famiglia. Che relazione di democraticità noi instauriamo con i figli, con i nipoti, ecc.? L'ultimissima generazione non ha l'esempio e l'esperienza del confronto. Non sa cosa sia perché non l'ha vissuta.

A scuola è enormemente difficile insegnare perché la nuovissima generazione va a scuola non perché ci vuole andare, ma perché vi è mandata e ci va con il tablet sotto il braccio.

Si crea, così, un sistema avvitato su se stesso che ricatta prima il Preside che gli deve fare da garante perché gli alunni non capiscano, poi i professori a cui si toglie la possibilità di fare il loro dovere (per esempio di bocciare per mantenere l'organico).

Nonostante tutto questo, siamo in un periodo meraviglioso perché è talmente evidente la contraddizione di questo sistema, che si potrebbe ridere dal mattino alla sera.

Un'altra frase della "Laudato sii" recita: "I cambiamenti climatici, ambientali, economici, sono un problema globale con gravi implicazioni ambientali, sociali, economiche, distributive, politiche e costituiscono una delle principali sfide per l'umanità intera e non solo per alcuni"...

I problemi inerenti non sono risolvibili nell'ambito di un solo paese come era possibile una volta. Oggi non è più così perché a seguito della macroscopizzazione della società, non è possibile risolverli in piccolo. Per questo motivo, la persona deve svegliarsi tempestivamente perché la rapidità con cui vengono modificate le cose è tale che tu non fai più in tempo a seguirle. Così, alla fine, non sai più da che parte cominciare. Questo vuol dire che ci siamo messi in una situazione di acriticità per cui non c'è più alcuna possibilità che una cosa voluta in alto sia contrastata perché la massa viene manipolata in un modo così subdolo che vi aderisce senza alcun problema.

Che fare allora? Se tu, nel piccolo gruppo, fai notare come questo sistema non ha assolutamente la funzione di rendere la vita più vivibile, tu hai assolto la tua funzione. Se sei critico, ti rendi conto che il sistema riduce mostruosamente le tue capacità di persona libera e critica e se lo dici ad un altro, tu hai assolto il tuo dovere di rendere la vita di domani più vivibile.

Ma se tu ti pieghi oggi e fai piegare anche l'altro, è chiaro che verrà fuori una società che può essere manipolata come si vuole, senza nessuna opposizione.

La prima cosa da fare è quella di non creare tensioni perché di fronte alla tensione, si verifica l'arroccamento che produce le divisioni. Questo è ciò che il sistema vuole. Già gli antichi romani dicevano: "Divide et impera" ("Dividi e comanda"). La divisione serve proprio per favorire un comando assoluto.

La criticità è fondamentale perché se non mi accorgo neanche che mi stanno... prendendo per i fondelli, io non potrò oppormi. La dinamica è: vedere, giudicare e agire. Se vedo, giudico e non agisco, resto monco e, quindi, frustrato.

E allora? "Allora?" denota una riduzione all'eteronomizzazione del soggetto perché significa: "Che devo fare?". Significa che non ho preso ancora consapevolezza che sono io a decidere della mia vita.

Se questa sera noi arriviamo a raggiungere il livello di autonomizzazione di giudizio, abbiamo fatto un passo enorme.

Suggerisco di guardare un programma qualsiasi alla Tv stando accanto ad un'altra persona per vedere che effetto produce. Se faccio notare loro il modo che il programma usa per fare informazione, di come la costruiscono, si riduce il condizionamento della manipolazione ed aumenta la criticità che può portare a... spegnere la Tv.

La doxologia serve proprio per inocularti un modello che ti fa convincere di essere critico e di aver capito mentre, in effetti, hai capito il contrario di quello che avresti dovuto capire.

Gesù Cristo interrogato da Ponzio Pilato, a sua volta condizionato dal Sinedrio che gli aveva riferito che Gesù era punibile con la morte perché andava contro Cesare, cercò di risvegliare la criticità di Ponzio Pilato. Infatti, alla domanda che lui gli fece: "Tu sei il re dei giudei?", Gesù rispose: "Questo lo dici da te o altri te lo hanno riferito?".

Questo è un fatto fondamentale del Vangelo: Gesù, interrogato da Ponzio Pilato che aveva su di Lui il potere di vita o di morte, non risponde, ma interroga a Sua volta. Non subisce perché Lui è venuto a portare la verità che rende liberi.

Il messaggio del Vangelo è quello di portare l'uomo alla libertà perché senza di questa, non si può parlare di felicità e, quindi, di senso della vita. Tutto il messaggio evangelico porta a questo, ma non dal punto di vista religioso, ma da quello antropologico perché l'uomo che non ha la libertà è un uomo perso.

Purtroppo la libertà passa anche per l'economia perché se una persona ha fame, ha difficoltà a difendere la propria libertà in quanto subisce un ricatto naturale.  La ragione è sempre di chi sta al potere perché c'è una grossa sottomissione soprattutto nel Meridione.

C'è la famosa frase: "Se ogni cinese pulisce davanti alla sua casa, tutta la Cina è pulita"...

Se noi che siamo qui riuscissimo a coordinarci con gli altri movimenti, si potrebbe creare un interscambio per migliorare la vivibilità.

Vedere, giudicare e agire...