Giardino del Poeta - 5° INCONTRO DEL 24-01-2018 (trascrizione)

Bastano pochi attimi e se uno riesce a cogliere un briciolo dell’esistente, per molto tempo sa che può agglutinare sul piccolo, la totalità. Quindi, partendo dalla conoscenza di un granello di sabbia, può conoscere l’immensità della costituzione dei pluriuniversi. Giordano Bruno è quello che ha anticipato l’apertura al mondo che non si limita al globo terrestre, a "questo atomo opaco del male".

Questa premessa introduce la presentazione del libro "Giordano Bruno torna a casa", del nostro amico Giuseppe D’Alessandro che ha avuto la capacità di raccogliere una quantità di cose che si dicono nella storicità in itinere, perché la storia migliore non è quella astratta, quella scritta dai vincitori nel passato, ma quella costruita nella quotidianità.

Chi legge il libro può cogliere la possibilità di una dialogalità permanente, di un continuo parlare tra le persone esistenti e viventi che offre al lettore la possibilità di conoscere la persona che l’ha scritto.

La copertina di questo libro è stata curata dall’artista Giovanni Attanasio il quale attraverso la sua opera, mette in relazione la relatività con l’assolutezza della fede che è simboleggiata nel cero pasquale. Ogni uomo è unico, irrepetibile e progressivo. E' uno che apre il varco al nuovo permanente.

Bisogna tener presente che lo scritto immobilizza la vitalità, mentre la lettura vivacizza ciò che sta scritto e ne rivela l'autore, così come, chi ha colto il Vangelo, si rende conto che non è un libro, ma è una Persona che riecheggia dietro le parole e i fatti scritti.

La persona è una realtà epigonale, è un anello del processo evolutivo, non può essere il punto terminale. Oggi siamo in un periodo bellissimo perché vivendo in una crisi quasi permanente, questo ci rende critici. Se riusciamo a non subirne la negatività, la crisi diventa un processo vitale.

Recentemente, ho letto che Papa  Francesco ha chiamato una persona a dirigere alcuni dicasteri a Roma e questi ha proposto un cardinale donna, mettendo in crisi un blocco culturale.

Se cogliamo l’aspetto positivo della crisi in quanto fonte di superamento di un blocco, ci rendiamo conto che la vita è una crisi permanente, perché il processo vitale è un continuo metabolismo, nella fase anabolica e catabolica. Questo procedere è un lasciare per prendere e ogni lasciare è un momento critico perché non si sa mai dove si finisce. La fine diventa il raggiungere... il fine o personalmente o globalmente. Ciò che la persona non coglie nella sua singolarità, lo può cogliere nella dimensione filogenetica, di gruppo, perché nel processo evolutivo tutti gli errori vengono assorbiti per procedere  meglio.

Il gesuita Lazzaro Spallanzani, biologo vissuto nel settecento, quando approfondì gli studi sulle code delle salamandre, si accorse che queste, amputate, ricrescevano! La scoperta fu sorprendente perché fino ad allora era impensabile che ciò  si potesse verificare. Oggi, poi, l’epigenetica prospetta che con le cellule staminali si possono ricostituire gli organi! Siamo arrivati anche al  livello della trasposizione sensoriale per cui quello che un senso non è più in grado di percepire, può essere percepito da un altro senso facendolo convergere al centro del sistema nervoso… Noi siamo, cioè, in un momento critico in cui ogni persona deve imparare a  diventare... Papa! Gesù Cristo ha scelto Pietro che era un pescatore, apparteneva, cioè, ad una categoria che normalmente nella società dell’epoca veniva considerata come una struttura sociale emarginata, ma Gesù sceglie quattro pescatori e dà a Pietro il compito di possedere le chiavi: "A  te darò le chiavi"… A chi si rivolge? A chi lo riconosce Figlio di Dio, a chi si riconosce e riconosce Lui in sé, a chi, cioè, è capace d’incontrarsi nella profondità del proprio essere e cogliere questa dimensione di apertura all’essere che si evolve e va verso l’infinito.

Questo discorso di Gesù Cristo noi lo abbiamo immobilizzato nella normativa statica della codificazione senza dare più l’opportunità alla vita di fluire, di scorrere. 

Papa Francesco, premettendo di non essere un esperto in certi ambiti, esprime ciò che è frutto di una sua elaborazione e scrive "Evangelii Gaudium" e "Laudato si'" che stiamo cercando di meditare in questi incontri. Se leggiamo con attenzione le encicliche ci rendiamo conto che il linguaggio del Papa non è comune a quello istituzionale della Chiesa, ma è quello di una persona non ruolizzata. Questo ci fa capire che il ruolo nella realtà che viviamo è talmente prevalente e immobilizzante per cui la persona scompare. La nostra società si è abituata a far scomparire le persone e a funzionalizzarle al  bene delle istituzioni.  Oggi ci troviamo di fronte ad una economia tecno-dittatoriale per cui se non si ha la capacità di valutare i rischi e i benefici dell’investimento economico, si corre il pericolo di non prendere in mano la gestione della realtà.

In merito a questo argomento, consiglio la visione del film "Le confessioni" che tratta degli interventi delle multinazionali per l’incremento del capitale a danno della collettività in cui l’uomo diventa una realtà funzionalizzata al capitale e non ai beni funzionali alla crescita. E' necessario, allora, una rideterminazione del concetto di progresso perché se questo è solo tecnologico, a svantaggio dell’uomo, i suicidi aumentano e anche i genocidi. Tante guerre sono in corso, seminano morte e noi non lo sappiamo!

Allora il progresso è tale quando umanizza e migliora la qualità della vita per molti, altrimenti deve essere ridefinito. L'umanizzazione della vita avviene quando il soggetto può avvicinarsi alla felicità, perché la qualità della vita non risiede solo nelle comodità che abbiamo.

Prima di leggere il n. 188 della "Laudato si'", dobbiamo capire se quello che abbiamo detto è aperto a un dialogo, altrimenti rischiamo di avere personalità avvitate e incollate allo schermo televisivo che ha la funzione di renderci acritici. Quindi, maggiore è la vicinanza allo schermo televisivo, minore è la possibilità critica; maggiore è la distanza dallo schermo, più il soggetto può sviluppare la propria criticità, e quanto più è critico, più si può esplicitare nella sua unicità non lasciandosi massificare nel processo di depersonalizzazione che è il massimo della frustrazione che quando raggiunge il midollo delle ossa della persona, crea grossi danni.

Gesù non ha seguito le linee delle gerarchie istituzionali, ma ha rivoluzionato il sistema, perché ha privilegiato la persona nella sua caratteristica di unicità e, quindi, non si è posto il problema della gerarchia che ha la prevalenza del ruolo sulla persona, perché se prevale il ruolo sulla persona questa è sacrificata. Pertanto, ogni processo evolutivo è progressivo, in quanto avvicinamento alla qualità della vita che ci porta vicino alla felicità. Se non è tale non c'è progresso.

Gesù ha messo in evidenza il valore della persona sul sistema. Per questo non è entrato nel sistema dell’epoca, e quando si è trovato davanti ai sommi sacerdoti che lo interrogavano, ha risposto cercando di richiamare quelle persone alla responsabilità delle loro azioni secondo la propria identità personale e non in quanto appartenenti ad un sistema di potere.

Questo è un cambiamento radicale. Nessuna modificazione societaria è possibile se non ci sono le persone che acquisiscono il valore della propria identità. La rivoluzione avviene dal basso, ma non consiste nello scendere in piazza perché a volte si cambia facilmente idea, ma con l'acquisizione di convinzioni motivate.  Questo è un processo difficile perché essere motivato significa che io mi muovo sulla base di un elaborato che ho colto come valore per me e che non può non esserlo per gli altri perché il mio valore, essendo io una persona che ha un orientamento alla socializzazione, non posso socializzarmi in un contesto che impedisce l’espressione nella condizione della propria evoluzione acquisita. Pertanto il mio crescere, l’essere adolescente permanente (perché questa non finisce con l’età anagrafica, ma  si espande a macchia d’olio), mi fa dilatare fino all’infinito.  Chi di noi può dire di essere già cresciuto? Ci troviamo dinanzi a un Papa che dice di non essere competente in certi ambiti, lasciando spazio agli scienziati, agli economisti, ai sociologi, ai filosofi, agli antropologi per elaborare  una soluzione. Questa società, così com’è costituita, sta implodendo al punto tale che non è più consentita la vita sostenibile, tant’è che poi ci troviamo dei paesi con pochi abitanti in età avanzata e immigrati che arrivano senza avere nessun contatto osmotico con il paese, nessuno scambio dialogale. Queste sono cose che non possiamo ignorare.

Prima di Gesù Cristo, che coniuga  la Divinità, l’Assoluto con la storicità, l’umano, si sono impiegati molti millenni di preparazione, ma quando è arrivato, non abbiamo capito bene, e neanche adesso che sono passati duemila anni…  Ora Papa Francesco sta cercando di spiegare che il messaggio di Gesù è diverso da come lo hanno presentato finora. Però la struttura vaticana è faraonica e il Papa ne è proprietario assoluto,  al punto che potrebbe anche fare il dittatore e decidere qualsiasi cosa… Ma noi facciamo finta di non sapere, e le responsabilità (e questo è il messaggio della crisi) non spettano agli altri, mentre noi restiamo passivi sulle scelte che si fanno, perché ciò che riguarda tutti, da tutti deve essere codeciso.

I beni della terra sono destinati all’umanità intera, ma purtroppo, arrivano solo ad una parte che cambia secondo le logiche di potere, a danno di molti . Queste situazioni che esistono, dipendono da un'economia che regola in modo sproporzionato la distribuzione delle ricchezze. Allora il Papa fa notare l’addormentamento generale che ha difeso e protetto tutto ciò. Questo è un sistema che può essere superato facendo appello alla persona consapevole che si sottrae alla massificazione, appropriandosi della propria esistenza senza lasciarsi pilotare e avvitare in un sistema di depersonalizzazione. Questo è il problema di fondo.

Il rogo di Giordano Bruno oggi è per quelle persone che cercano di dire il contrario di quello che si fa passare come vero, esponendosi a calunnie ed emarginazione completa. Purtroppo, nessun sistema trova una soluzione. L’unica possibile è quella credere profondamente nella possibilità del proprio cambiamento perché il cambiamento oggettivo cambia la forma ma non la sostanza.

Per questo motivo, si sta cominciando a suggerire un'economia frattale, cioè un'economia che si distacchi dal canale delle multinazionali cercando di sopravvivere senza avere la soggezione ad esse. Papa Francesco non ha nessuna possibilità di mettersi contro un sistema se non facendo un "Motu proprio" (di propria iniziativa)  per stabilire,  per esempio, che tutte le diocesi nominino i loro vescovi, e il vescovo di Roma sia come gli altri vescovi, per cui verrebbe ad essere chiuso il processo di centralizzazione. E tutto questo con un solo decreto! Purtroppo, è riuscito a modificare solo alcune cose.

Al n. 188 della "Laudato si'" sta scritto:  "Ancora una volta ribadisco che la chiesa non pretende di definire le questioni scientifiche né di sostituirsi alla politica, ma invita ad un dibattito onesto e trasparente".

Un Papa che usa questo linguaggio ci deve far risvegliare da una situazione di attesa che altri decidano per noi. Quindi, dobbiamo avere il coraggio di non tirarci fuori, ma capire personalmente come fare per intervenire e incidere in un certo modo. Se le scelte sono opposte al modello di miglioramento della vita, chi ne risente e subisce una quantità di angherie può contrastarle organizzandosi in gruppo con azioni legali. Noi stiamo cercando di formarci una coscienza critica che ci permetta di essere attenti a ciò che accade. Più aumentano le persone che s’incontrano con Gesù Cristo, più si defilano dalle strutture e, quanto più si defilano, più sono libere e aperte ad un modello di vita molto diverso da quello inquadrato e gerarchizzato.

I seminari, per esempio, sono sorti con il Concilio di Trento. Gesù Cristo non ha fatto mai nessun seminario, ma ha scelto persone libere, quelle che erano fuori classe come i pastori e i pescatori, categorie considerate ai margini, Si fa battezzare nel fiume Giordano che era definito maledetto, diventa discepolo di Giovanni Battista che era inviso ai Sommi Sacerdoti... Insomma, Gesù ha fatto una scelta di fondo. Poi con l’editto di Milano (313 d.C.), lentamente, ci siamo alleati con il sistema sociologico e abbiamo gerarchizzato la Chiesa che non ha nulla a che vedere con quella di origine quando era formata da persone pronte ad essere martiri. Essere testimone è sinonimo di martire. Chi testimonia con coerenza deve sapere che rischia la vita. Qualsiasi persona che voglia essere coerente, a qualsiasi sistema religioso o no appartenga, non può essere corrispondente al... loculo dell’istituzione che prescrive.

Giordano Bruno è uno che non ha mai voluto accettare il loculo e ha detto in ultima analisi: "Avete più paura voi a pronunciare la sentenza di quanto ne abbia io ad ascoltarla" e andò al rogo.

Quello che abbiamo detto è solo uno spunto per capire bene l’impegno e la responsabilità che ciascuno di noi deve assumere, non mortificando dentro di sé ciò che ha elaborato nella sua intelligenza, nella sua esperienza, ma allargandolo, perché il sistema di manipolazione oggi si è talmente raffinato, che le persone non si rendono più conto di esso. L’unica via d'uscita possibile è la responsabilità personale e l'essere vigili  per evitare che si agisca sulle nostre teste.